Spesso in spiaggia, o all’uscita di qualche libreria, ci viene proposto l’acquisto di libri da parte di giovani senegalesi. Tra i molti titoli non esattamente di pregio, ho trovato invece due traduzioni di una grandissima scrittrice senegalese. Importante per molti aspetti. Vediamo quali.
Mariama Bâ, nasce nel 1929 a Dakar e frequenta l’ Ecole Normale a Rufisque. Cresce con i nonni materni in un ambiente musulmano tradizionale e si avvicina molto presto alla scrittura. Nei suoi primi saggi ci sono già i segni del suo approccio fortemente critico e di denuncia verso una società che lei giudica chiusa.
Atto coraggioso per una donna, se si pensa che siamo in un paese musulmano e a metà del secolo scorso. Diventa importante nei suoi romanzi, e nella sua vita, sottolineare i rapporti sociali conflittuali: uomo/donna, giovi/anziani, libertà/costrizione, tradizione/modernità.
Da subito si batte affinché lo scrittore africano prenda piena coscienza del suo ruolo sociale, suggerendo la “missione sacra dello scrittore” (e qui non si può non pensare allo scrittore kenyota Ngugi wa Thiong’o che negli stessi anni dice le stesse cose ). Il processo di decolonizzazione iniziato in Africa negli anni ’50 e realizzati nella decade successiva, deve molto a Mariama Bâ.
La posizione di Mariama Bâ è in bilico tra il movimento della Negritude di Léopold Sédar Senghor, il primo presidente , intellettuale e poeta senegalese e i nuovi fermenti identitari post coloniali. Molto più tardi, nel 1980, ottiene il Premio Noma per il suo primo romanzo Una si longue lettre, tradotto in italiano dall’editrice SEI con il titolo Un cuore africano, e successivamnte da Modu Modu edizioni nel 2013 con il titolo Amica mia.
Ed è questo il primo titolo che ho acquistato dai ragazzi senegalesi al’uscita della libreria Feltrinelli.
Il romanzo, tradotto in sedici lingue, racconta in termini appassionati, i destini incrociati di due donne, una lunga lettera scritta d’impulso da Ramatoullaje all’amica Aissatou. Due amiche d’infanzia che si trovano di fronte alla realtà della poligamia. Se le due protagoniste accettano alcuni aspetti della tradizione musulmana, dietro il racconto la posizione di Mariama Bâ mostra invece che “l’emancipazione della donna africana in ambiente musulmano passa necessariamente per la scuola occidentale”. Una posizione che va inserita nel suo momento storico, ancora sui binari del colonialismo, ma sicuramente una voce critica e coraggiosa.
Il suo secondo romanzo è l’altro libro che ho acquistato recentemente dai ragazzi senegalesi : Un chant écarlate, in italiano, La sposa bianca di Ousmane, Giovane Africa edizioni, 2014. Di nuovo l’argomento sono i matrimoni, questa volta i matrimoni misti e le difficoltà che devono affrontare.
Due libri quasi di avanguardia, di grande coraggio e sensibilità. Il Senegal ricorda questa scrittrice, e le donne senegalesi, ancora oggi, la considerano un modello da far conoscere.
Questi libri di Mariama Bâ, e altri libri in lingua originale o in traduzione italiana di scrittrici africane, li puoi trovare nella nostra Biblioteca Africana Borghero, ed avere in prestito con lo scambio interbibliotecario, rivolgendoti alla tua Biblioteca abituale.
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Maria Ludovica Piombino, Biblioteca Africana Borghero
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