P. Davide Camorani, infermiere e missionario SMA, da settembre si trova a Bangui, nella Repubblica Centrfricana. Sta preparandosi a raggiungere la missione di Monassao, dove dirigerà un piccolo ospedale cattolico. Per il momento impara la lingua del Paese, il sango, si adatta a cibo e clima, e fa ottime conoscenze, come ci racconta!

Sono due mesi e mezzo, circa, che mi trovo in Centrafrica; posso tentare di fare un primo, piccolo bilancio dal mio arrivo in questo paese.

Ormai mi sono abbastanza ambientato! Mi sto abituando al clima e al cibo.

Lo studio della lingua nazionale del Centrafrica, il sango, è la nostra priorità del momento e occupa buona parte delle nostre giornate. Per quanto mi riguarda, il corso, per così dire, “istituzionale” è finito già da un paio di settimane e ora, non mi resta che esercitarmi attraverso la lettura e la conversazione, in vista della partenza per Monassao.

Il sango non è così facile come lo si descrive, ossia, è facile dal punto di vista grammaticale ma la sintassi è contorta e richiede un completo sconvolgimento del modo di costruire il discorso, rispetto alle nostre lingue europee.

Purtroppo qui le occasioni di parlare non sono molte, al di là di qualche frase scambiata al mattino, dopo la messa, con la gente del quartiere…

Comunque sia, già da un po’ riesco a celebrare la messa in sango, sempre con notevoli sudate e, recentissimamente, mi sono lanciato nella mia prima omelia in sango, con sudata ancora più abbondante!!!

D’altro canto, sono costretto a rimanere a Bangui finché non avrò ottenuto il documento (sostitutivo della carta di soggiorno) con il quale potermi muovere liberamente nel paese, anche dopo che sarà scaduto il visto temporaneo attuale.

Questo documento mi servirà anche per avere la patente. Dunque, inutile affrontare un viaggio di 600 km per poi trovarmi laggiù senza i mezzi necessari per potermi muovere.

Ora che le cose sembrano essersi sbloccate, ho potuto programmare il mio trasferimento a Monassao per la metà del mese di dicembre. Nel frattempo, cerco di approfittare della capitale, fare qualche visita, conoscere le comunità SMA che si trovano qui: due parrocchie e la casa di formazione.

Mensilmente è previsto un ritrovo di tutti i confratelli SMA presenti a Bangui, per un pranzo comunitario e uno scambio fraterno; al di là di questo, le occasioni per incontrarsi sono abbastanza frequenti e i rapporti si mantengono vivi e piacevoli, così come un certo senso di aggregazione e di appartenenza che, forse, non sarà la cosa più importante, ma che da un piccolo aiuto, la sensazione di sentirsi accompagnati.

Ho anche avuto modo di conoscere un po’ di italiani che lavorano qui in ambito sanitario e di scambiare un po’ con loro sulle necessità e le difficoltà della sanità in questo paese, visto che a Monassao, sarò direttamente coinvolto nella gestione del piccolo ospedale di competenza della nostra parrocchia.

Naturalmente, mi sono preoccupato anche di regolarizzare la mia posizione di infermiere, secondo le leggi della RCA, per poter esercitare la professione. Queste sono un po’ le mie giornate!

C’è molto tempo per pensare, leggere, informarsi e pregare, soprattutto al pomeriggio, quando le temperature si alzano ed è difficile studiare o uscire in città…

La stagione delle piogge è finita e il caldo sta diventando più pesante da sopportare. Pare che Monassao, che si trova in collina e dove il clima è più spiccatamente equatoriale sia più gradevole!

Andare a Monassao sarà un nuovo ricominciare, ora che sto entrando nei ritmi della vita di qui, ma sarà sicuramente più stimolante e interessante.

Anche se non la conosco, già sento l’affetto per la gente di laggiù e non vedo l’ora di partire e di cominciare questa missione che, finora è rimasta un po’ tra il “già” e il “non ancora”.

Un carissimo saluto a tutti e un caldo augurio di buon anno!

Mbeni lâ (a presto)!

P. Davide Camorani
Bangui, Repubblica Centrafricana, 18 dicembre 2021