Mi capita spesso. A volte mi si chiede di preparare una conferenza, un intervento, un’omelia. Niente di più normale. Ma ecco che una parola incontrata per caso, una parola messa al mondo magari con fatica, comincia ad abitarmi, a ritornare con frequenza nei miei pensieri, a spalancarmi porte mai aperte o aperte di rado, a regalarmi occhi nuovi, a risuscitare interrogativi a lungo rifugiatisi in un angolo della mia vita.
Una parola del mio Fondatore mi accompagna in questo periodo. Mons. de Marion Brésillac, a diverse riprese, parla dei membri del suo Istituto che devono “essere pronti a rispondere ai bisogni del momento”. È un invito bello e impegnativo.
In effetti, credo che l’intelligenza di una persona o di un gruppo consiste proprio in questo: cogliere le necessità del momento e del luogo in cui si trova e darvi una risposta attuale, coerente, efficace. È inutile continuare a dare risposte vecchie, datate, a domande nuove. Non aiutano se non a gratificare chi pensa che ha svolto il suo compito solo perché si è dato da fare.
Se guardiamo la storia della Chiesa ci accorgiamo come, da sempre, alcuni dei suoi figli migliori hanno saputo intervenire in maniera fattiva e innovativa per alleviare le sofferenze e le necessità che incontravano: gli orfani, i ragazzi di strada, gli ammalati, le vedove, i mutilati, i lebbrosi, i poveri di ogni tipo, coloro che sono preda della droga, dell’ingiustizia, delle violenze, delle mafie, ecc.
Per non parlare, poi, dell’impegno riversato per far passare e crescere valori non commerciali attraverso stampa, radio, televisione. E che dire della cura del bello, in tutte le sue variegate forme che ha abitato le chiese, le piazze, i luoghi in cui l’uomo ha bisogno di restare uomo.
Sono pagine di ieri e di oggi a cui contribuiscono anche i missionari che, in un mondo altro dal loro, cercano di aprire gli occhi, cogliere le necessità e darsi da fare per trovare soluzioni che diano dignità e futuro alle persone che incontrano.
Diverse pagine che leggerete in questo numero vi mostreranno come questa storia di attenzione e di impegno continuano ovunque il vangelo è annunciato.
L’augurio anche per noi, dunque, è di aprire gli occhi, mettere in moto il cervello e tirarsi su le maniche per rispondere ancora e sempre ai bisogni del momento.
P. Renzo Mandirola