La guerra in Ucraina, come sappiamo, ha fatto diminuire la disponibilità di grano sul mercato mondiale, e ha fatto infiammare i prezzi.

Il pane, come pure la pasta, sono oramai entrati nella dieta quotidiana degli africani. Di fronte all’aumento del prezzo del grano e delle difficoltà a reperirlo, alcuni Paesi africani stanno cercando degli alimenti sostitutivi, valorizzando prodotti locali.

Il niébé

In Camerun si utilizza il niébé, un fagiolo locale, per ricavarne una farina con la quale si può produrre la pasta, oltre che i dolci. Il niébé è noto come “fagiolo magico africano”.

Il niébé si è diffuso in tutto il mondo, anche in Europa, in particolare in Portogallo dove è molto apprezzato. È ricco di proteine vegetali ed è un ottimo sostituto per una dieta con meno carne.

La farina di manioca

Un altro sostituto del grano è la farina di manioca. In diversi Paesi africani già da anni la si mischia con la farina di grano per produrre il pane.

In Congo RDC e in Nigeria la soglia la percentuale di farina di manioca nel pane arriva già al 30%. Ma alcuni panificatori e pasticcieri già hanno sperimentato una percentuale al 100%, quindi senza più farina di grano importata. È i consumatori apprezzano sempre più il pane e i dolci 100% made in Africa.

Tra l’altro la farina di  manioca è a basso contenuto di glutine, e ha un gusto più pieno e raffinato rispetto a quella di grano.

Unico inconveniente: il prezzo della farina di manioca in certi Paesi è alto, e non fa quindi ridurre il prezzo del pane. Ma già le associazioni dei consumatori si sono mobilitate per ottenere dal governo delle sovvenzioni.

La banana platano

È una banana tipica dell’Africa che si mangia dopo averla fatta cuocere: bollita e poi impastata, oppure fritta, tagliata a fettine.

Ma da alcuni anni alcuni produttori di banana platano hanno provato a trasformarla in farina. Il processo è molto semplice: viene anzitutto essiccata e poi macinata. La farina ottenuta può essere mescolata con grano o altri cereali per fare il pane e nella pasticceria.

In certi Paesi, grandi produttori di banana platano, come la Costa d’Avorio, già si mescola la farina di banana con quella di grano in proporzioni fino al 40% per dolci e pane, che per qualità e gusto non ha niente da invidiare al nostro pane.

Un altro uso apprezzato è quello di mescolare tale farina con il latte per neonati, migliorando l’apporto di proteine.

Altri cereali sostituti del grano

Nel Sahel si coltiva da millenni il miglio e il sorgho, che sono resistenti alla siccità, e possono essere conservati nei granai anche per 5 anni. Sono in atto tentativi di adattarli a climi più umidi e a terreni meno aridi di quelli del Sahel.

In Etiopia il teff, è coltivato e consumato da 6 millenni. È un cereale multiuso, con cui si producono cibi ma anche bevande. Alcune sue varietà sono usate per gli animali. È poverissimo di glutine, e quindi sempre più importato anche in Europa.

In Africa si diffonde sempre più la quinoa come sostituto della farina di grano. È una pianta erbacea originaria dell’America Latina, che produce un seme molto ricco di amico. Una volta macinato, questo seme dà origine a una farina molto nutriente, dall’alto contenuto proteico.

P. Marco Prada

Foto: dai siti gillespudlowski.com; tuttogreen.it; sabrieveg.altervista.org