Ci scrive p. Mauro Armanino:
Saluti da Niamey! proprio ieri ci siamo incontrati per fare il punto della situazione degli sfollati dei villaggi attorno a Makalondi.
Solo in queste due ultime settimane ci sono stati circa un migliaio di persone arrivate a Niamey.
Vorrei dunque sollecitare un aiuto d’urgenza per accompagnare queste persone: alloggio, cibo, assistenza medica e educazione per i bimbi.
Se possibile sbloccare un fondo di almeno10.000 euro con questa destinazione di solidarietà per chi ha perso tutto.
Si prevede che nelle prossime settimane il numero di sfollati aumenterà in proporzione delle minacce che pesano sui villaggi, abbandonati a loro stessi…
un abbraccio, Mauro
La Fondazione si sta attivando per la raccolta dei fondi per poter rispondere a questa grave emergenza umanitaria.
SOSTIENI questo progetto:
– con il bollettino postale n° di conto 94444593, intestato a: FONDAZIONE SMA SOLIDALE ETS, Via F. Borghero, 4 Genova;
– con un bonifico bancario intestato a FONDAZIONE SMA SOLIDALE ETS, Iban: IT08 C050 1801 4000 0002 0000 036, presso la Banca Etica.
indicando come causale: Progetto E 045
Pagare, passare all’islam o partire: il dilemma delle comunità cristiane
Accade a un centinaio di kilometri dalla capitale Niamey. Arrivano con alcune moto, armati e propongono di scegliere quanto conviene delle citate operazioni. Pagare una tassa di 50 000 CFA (76 E) per persona di sesso maschile a partire da 15 anni oppure convertirsi all’Islam. Se entrambe le cose sono rifiutate allora non resta che abbandonare il villaggio e tutto quanto si possiede nelle loro mani. Loro sono ciò che la gente del posto chiama i ‘banditi’ e che gli studiosi definiscono come Gruppi Armati Terroristi della nebulosa ‘djihadista’ che opera soprattutto nella zona delle ‘Tre Frontiere’. Si tratta del Mali, il Burkina Faso e, appunto, il Niger. Questi tre Paesi sono attualmente governati da regimi militari e hanno scelto di coalizzarsi in una nuova entità chiamata ‘Alleanza degli Stati del Sahel’, AES.
Dal rapimento di padre Pierluigi Maccalli, avvenuto nel 2018, la vita dei contadini che popolano la zona che confina col Burkina Faso, non ha cessato di deteriorarsi. Minacce, rapimenti, uccisioni mirate, scuole desolatamente chiuse, intimidazioni e un clima di paura caratterizzano il quotidiano dei residenti. La presenza dei militari nigerini non arriva a dissuadere queste pratiche ormai assodate nella zona. Le denuncie e le richieste di aiuto sembrano cadere nel vuoto o quantomeno nella retorica del ‘sovranismo ambiente’ e nel tanto decantato allontanamento delle presenze militari straniere dal suolo nigerino (russi a parte). Tutto ciò non arriva a dissuadere i ‘banditi’ o gruppi armati che, nel frattempo occupano il terreno e, grazie alla politica della terra bruciata, arruolano giovani condotti all’indigenza con la promessa di facili guadagni e una nuova identità sociale.
Fin dal marzo scorso nel villaggio di Tiboandi per passare, non più tardi di due settimane dalla data odierna, ai villaggi di Kiloubiga, Torsé e Koutougou, la musica e le richieste sono le stesse. A volte i cristiani accettano di pagare e non raramente si vedono costretti a partire verso luoghi più protetti come Makalondi e Torodi. I ‘banditi ‘ hanno dato una settimana di tempo per dare loro una risposta. Appare chiaro che rifiutando la ‘conversione’ rimane l’opzione dell’esodo perché pagare la somma richiesta quest’anno significa vederla raddoppiata per l’anno prossimo. Il sindaco del capoluogo è stato informato e le autorità sono al corrente del dramma che si svolge non lontano dalla capitale.
Impotenza, incapacità, difficoltà ad assumere la responsabilità della sicurezza della gente e occasionali rastrellamenti non hanno dato i frutti sperati. In effetti non sono solo i cristiani ad essere colpiti dai racket dei gruppi armati ma ogni abitante della zona delle Tre Frontiere. Tutti costoro hanno nondimeno una caratteristica che li accomuna. Sono poveri contadini che si aggiungono alla lunga lista degli ‘invisibili’ che hanno poca importanza economica e geopolitica. Quest’ultimo fattore contribuisce forse a spiegare meglio le ragioni del perpetuarsi della violenza sui civili in questa porzione del Sahel.
Mauro Armanino. Niamey, fine aprile 2024