La Nigeria si trova impegnata a combattere un’epidemia senza precedenti di febbre di Lassa, con rischio di diffusione nazionale e ai paesi vicini, con un trend in crescita per numero di casi e morti. Su 353 casi confermati, l’epidemia di febbre di Lassa ha causato 110 morti in Nigeria, solo in questi primi mesi dell’anno. Per questo virus (vedi foto qui sotto) non esistono ancora vaccini.

 

Il virus è stato individuato in 18 dei 36 Stati della Nigeria, ma la più alta concentrazione è nello Stato meridionale di Edo, area endemica del virus, secondo il Centro nazionale nigeriano di controllo delle epidemie. Un episodio si era già manifestato nel 2009, anche se in modo meno grave.

La sua origine

L’Oms descrive la febbre di Lassa come un’infezione virale appartenente alla stessa famiglia dei virus di Marburg ed Ebola. Deve il suo nome a una località nel nord della Nigeria, Lassa, dove fu identificato la prima volta nel 1969, quando due infermiere morirono a causa dell’infezione di un nuovo virus, mai identificato, anche se la malattia ad esso collegata era nota già da alcuni anni.

La particolarità della malattia

 

La febbre di Lassa è una patologia che dagli animali, soprattutto topi, può trasmettersi agli esseri umani. La malattia è considerata endemica oltre che in Nigeria, in Benin, in Guinea, in Liberia, Mali e Sierra Leone. Il contatto con il virus  avviene attraverso cibi o oggetti che siano stati contaminati da feci o urine dei roditori, ma anche per via sessuale e attraverso contatto con fluidi biologici di persone infettate. Dal contatto con il virus possono trascorrere dai 6 ai 21 giorni perché i sintomi possano comparire, anche se questi sono abbastanza generici, e possono passare inosservati: mal di gola, dolori muscolari, vomito, diarrea. Più tardi si manifestano gonfiori del viso, liquido nei polmoni e perdite di sangue da naso, bocca, vagina, nel tratto intestinale, convulsioni, tremori, perdita dell’udito, fino al coma nella fase finale.

La Nigeria ha dichiarato la situazione di emergenza

 

“Un’epidemia senza precedenti – ha precisato il Nigeria Centre for Disease Control (Ncdc)  – tale da innalzare il livello di attivazione dell’Emergency Operation Centre ai più alti livelli possibili. Con questa escalation, tutte le risorse disponibili dell’agenzia saranno focalizzate principalmente a controllare questa epidemia. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità e altri partner stanno mobilizzando risorse per sostenere le attività del centro e gli stati più colpiti”.

 

Campagna di prevenzione

Una vasta e capillare campagna di comunicazione e prevenzione è stata lanciata. La popolazione è invitata ad adottare ogni tipo misura igienica che possa evitare di contrarre il virus, soprattutto fuggire dal contatto con i roditori, serbatoi del virus. Sono stati potenziati anche i sistemi di sorveglianza e la distribuzione degli strumenti di lotta al virus, come igienizzanti e l’antivirale ribavarina, l’unico trattamento efficace contro la malattia se somministrato precocemente.

Foto: OMS, MSF-Brienne Prusak, wikimedia