Femi Kayode, nato in Nigeria a Lagos nel 1971, ha conseguito in Nigeria una laurea in Psicologia clinica e un Master in Crime fiction presso l’University of East Anglia, in Inghilterra.
Oggi vive in Namibia, con la moglie e i due figli; è considerato uno dei romanzieri più talentuosi del panorama letterario africano contemporaneo.
Ha creato e scritto diversi programmi televisivi di prima serata e con il suo romanzo di esordio, Il cercatore di tenebre (Longanesi 2022, traduzione di Andrea Carlo Cappi ), ha vinto il Little, Brown UEA Crime Fiction Award .
Nato come tesi di laurea del suo Master, Il cercatore di tenebre è diventato in seguito un thriller che è anche un’indagine sociologica sulla Nigeria.
Protagonista del romanzo è l’alter ego letterario dello stesso Kayode, lo psicologo forense Philip Taiwo.
Taiwo è considerato uno dei più autorevoli esperti del comportamento e della violenza delle folle. È per questo che a lui si rivolge un importante manager nigeriano per indagare su un atroce fatto di cronaca che ha visto fra le vittime suo figlio: la tortura pubblica e l’omicidio di tre studenti universitari di Okriki da parte della folla. Fin dal momento in cui Philip scende dall’aereo che da Lagos lo porta nella remota cittadina, ed è investito dalla frenesia disordinata del piccolo aeroporto, si rende conto che l’indagine sarà tutt’altro che semplice. Soprattutto perché gli anni trascorsi negli Stati Uniti gli hanno fatto dimenticare gli usi e le abitudini dei suoi conterranei, il tribalismo ancora forte che regola le relazioni.
Con l’aiuto del suo fedele autista personale, Chika, Philip deve lottare contro i tanti che cercano di intralciare le indagini, e più approfondisce più si rende conto che avvicinarsi alla verità è un percorso sempre più pericoloso.
Ispirato ad un tragico episodio realmente accaduto, il romanzo si apre con il linciaggio dei tre studenti, Il cercatore di tenebre scava alle radici più profonde del male, raccontando tutti i contrasti con il mondo occidentale e la stupefacente ricchezza della cultura nigeriana piena di luci e di tenebre.
Il titolo originale del libro, Light-seekers (I cercatori di luce), si riferisce alla scarsità di energia elettrica in Nigeria, erogata per meno di tre ore alla settimana.
Nell’ ultimo libro di Kayode, La terra delle ombre (Longanesi, 2024, traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani ), ritroviamo come protagonista il suo alter ego, Philip Taiwo:
Il traffico di Lagos scorre lento come sabbia in una clessidra e il caldo non fa che aumentare il senso di disagio. Nel caos di auto ferme incolonnate c’è quella dello psicologo forense Philip Taiwo, destinazione Grace Church. Il consiglio degli Anziani della chiesa vuole affidargli un incarico molto delicato: Folasade Dawodu, la moglie del vescovo Jeremiah Dawodu, meglio nota come la First Lady, è scomparsa. Ma non è su di lei che a Taiwo viene chiesto di investigare.
Il vescovo è accusato di averla uccisa e l’arresto è avvenuto nel modo più spettacolare e umiliante possibile: in diretta televisiva, mentre dal pulpito declamava i suoi sermoni. Uomo molto potente e carismatico, Dawodu si professa innocente e del tutto estraneo alle accuse, mentre la comunità si stringe attorno a lui e minimizza la scomparsa della moglie.
Non è la prima volta, infatti, che Folasade si allontana da casa per ritrovare un po’ di serenità. Tutti sono convinti che tornerà presto dal marito e che qualcuno voglia incastrare Dawodu. Spetta quindi a Taiwo il compito di scagionare il pastore, ma lo psicologo si renderà conto ben presto di aver soltanto iniziato a scavare tra gli inquietanti segreti che gettano un’ombra sulla congregazione religiosa nigeriana.
Femi Kayode utilizza il genere thriller per raccontare i cambiamenti della Nigeria, lontani dagli stereotipi dello sguardo occidentale.
A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero