di Maria Ludovica Piombino, Biblioteca Africana Borghero
Il primo romanzo di una scrittrice africana, Efuru, fu pubblicato nel 1962 nella collana African writers series dell’editore Heinemann.
Scritto dalla nigeriana Flora Nwapa (Oguta 1931- Enugu 1993) – considerata la madre della letteratura africana moderna e scrittrice femminista, nonostante il suo iniziale rifiuto di tale etichetta – il romanzo racconta la storia di una donna Igbo che abita in un piccolo villaggio rurale dell’Africa occidentale coloniale.
Efuru è una donna indipendente, molto stimata per le sue abilità di commerciante e, nonostante non si ribelli mai completamente alla mentalità e alle prescrizioni della sua società, è capace di prendere le distanze da idee e retaggi maschilisti.
Nel 1962 Nwapa ne mandò il manoscritto allo scrittore nigeriano Chinua Achebe, il quale non solo rispose con una lettera molto positiva, ma incluse nella risposta del denaro per finanziare la spedizione del manoscritto all’editore inglese Heinemann.
Seguirono altri romanzi come Idu (1970), Never again (1975), One is enough (1981) e Women are different (1986). Nwapa ha pubblicato inoltre due raccolte di racconti – This is Lagos (1971) e Wives at war (1980) – e il volume di poesie Cassava song e Rice song (1986).
Fu infine autrice di diversi libri per bambini.
Nel 1974 fondò la Enugu Tana Press e nel 1977 la Flora Nwapa Company, pubblicando la propria letteratura per adulti e bambini e opere di altri scrittori, tra i quali la scrittrice ghanese Ama Ata Aidoo.
Uno degli obiettivi dichiarati della casa editrice era “informare ed educare le donne di tutto il mondo, in particolare le femministe (sia con la F maiuscola che con la minuscola) sul ruolo delle donne in Nigeria, la loro indipendenza economica, il loro rapporto con i mariti e i figli, le loro credenze tradizionali e il loro status nella comunità nel suo insieme”.
Tana Press è stata descritta come “la prima casa editrice gestita da una donna e indirizzata a un vasto pubblico femminile, un progetto ben oltre il suo tempo in un periodo in cui nessuno vedeva le donne africane come una comunità di lettrici o un segmento demografico di acquirenti di libri”.
I romanzi e i racconti di Flora Nwapa non sono mai stati tradotti in italiano.