Fin dai tempi della presenza coloniale portoghese, l’arcipelago di Capo Verde – malgrado le sue ridotte dimensioni geografiche e demografiche – ha avuto una discreta produzione letteraria che ha contribuito attivamente al passaggio identitario verso l’Indipendenza (1975).
Tra gli scrittori capoverdiani, vi è l’intellettuale e poeta di lingua portoghese Germano Almeida. Nato nel 1945 nell’isola di Boa Vista, Almeida ha studiato giurisprudenza a Lisbona ed è avvocato sull’isola di São Vicente. Nel tempo libero – dice di sé – racconta storie. I suoi romanzi sono stati tradotti in diverse lingue. Ha inoltre ricoperto l’incarico di Procuratore Generale della Repubblica di Capo Verde.
Intellettuale di spessore, Almeida ha fondato le Riviste letterarie Ponto & Vírgula (1983-87) e Aguaviva; nel 1989 la Casa Editrice Ilhéu.
La sua scrittura si caratterizza per l’uso magistrale dell’umorismo e della satira, armi con le quali denuncia l’ipocrita duplicità della società capoverdiana, soffocata nei primi anni di indipendenza dal Portogallo da un regime monopartitico.
Un esempio di questo umorismo acuto è Il testamento del sig. Napumoceno Da Silvia Araùjo, pubblicato nel 1989 e tradotto in italiano da Guaraldi-Aiep, collana Melting pot, nel 1996.
Il romanzo inizia con l’apertura del testamento di uno stimato commerciante di Mindelo: più di 400 pagine in cui il defunto, morto in tarda età, racconta minuziosamente la sua vita. Con questo libro inizia un nuovo percorso della letteratura capoverdiana. La piccola borghesia mindelense viene messa in risalto.
Dopo la morte del Signor Napumoceno Da Silva Araújo, con l’apertura del suo testamento la sua reputazione di uomo per bene crolla agli occhi di tutti ed emerge un personaggio contraddittorio. Tantissimi colpi di scena, più che un testamento lascia scritto una sua autobiografia. Dal romanzo è stato tratto un film di coproduzione franco-brasiliana-portoghese.
Il lavoro successivo, O meu poeta (Caminho, 1992), è un racconto di grande respiro dove l’autore descrive con insolito sarcasmo la realtà capoverdiana. È considerato il primo romanzo veramente nazionale.
Con I due fratelli (traduzione di L. Grandi, La Nuova Frontiera, 2005), Germano Almeida dipinge un paese sospeso tra arcaismo e modernità, situazione lacerante per il protagonista che, dopo gli anni vissuti in Europa, non sente più sue alcune regole di comportamento alle quali, però, è sottomesso. André è un giovane emigrante di Capo Verde che, dal Portogallo, torna in patria per uccidere il fratello. Il motivo: la difesa dell’onore, suo e della sua famiglia.
Il romanzo L’isola fantastica (Cavallo di Ferro, 2006) è una ricreazione fantastica dell’infanzia vissuta dall’autore nell’isola di Boa Vista. Il lettore è immerso nel mosaico della realtà capoverdiana: dei suoi riti, delle sue credenze, delle sue magie, ma soprattutto del suo profondo rapporto tra i vivi e i morti.
“Magia, stregoneria, fatture, demoni e crudelissimi scherzi infernali. Nessuno aveva mai scritto un libro così divertente sulla morte parlando del proprio paese”.
Nel 2018 Almeida ha ricevuto il prestigioso Camões Prize, il più importante riconoscimento letterario per gli scrittori di lingua portoghese.
I libri qui citati, e altri libri in lingua originale o in traduzione italiana di scrittrici e scrittori africani, li puoi trovare nella nostra Biblioteca Africana Borghero, ed avere in prestito con lo scambio inter-bibliotecario, rivolgendoti alla tua Biblioteca abituale. Vai alle pagine del nostro sito dedicate alla Biblioteca.
A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero