Li hanno arrestati alla vigilia di Natale perché neri. Sono oltre 600 i migranti che la polizia ha rinchiuso nel nuovo centro di accoglienza. Li hanno sorpresi durante la notte nella città di Oran in Algeria. I non nigerini con documenti sono stati in seguito rilasciati. Per i nigerini si è innescato il paventato processo di espulsione nel paese di origine. L’accusa di mendicanza di donne e minori ha giustificato la scelta del rimpatrio. Le autorità dei due paesi hanno definito queste persone indesiderabili. Durante questa operazione gli averi dei migranti rimasti nelle camere sono stati saccheggiati. Chi non ha non è nessuno. La storia sembra confermarsi. Eppure è grazie agli indesiderabili che il mondo funziona. Chiedelo ai militari e alle agenzie di sicurezza.
Boko Haram in Nigeria. Sono oltre 100 mila coloro che si sono rifugiati nel Niger. Profughi, rifugiati e sfollati che innescano l’ennesima crisi umanitaria. Cosa diavolo farebbe l’Alto Commissariato per i Rifugiati senza di Loro. Siamo tornati all’epoca delle guerre mondiali. Ai comparti militari del Paese il presidente della Nigeria ha promesso più fondi. Lo stesso fanno la Francia, gli Stati Uniti, la Cina e financo l’Italia. Senza parlare dei paesi in forte crescita chiamati i BRICS. Brasile, Russia, India, Cina e Africa del Sud per grazia ricevuta. Gli indesiderabili terroristi giustificano bilanci e guerre senza fine. Come non ringraziarli per il servizio reso. Che ne sarebbe del fondo dell’Organizzazione delle Migrazioni Internazionali, senza Loro, i migranti ‘irregolari’.
Una parte degli indesiderabili si trova in carcere. Tutto un sistema si regge grazie alla loro fattiva collaborazione. Reati, pene, rilasci e ritorni a stretto giro di mesi o di giorni. Un intero apparato repressivo che si fonda sulla loro buona volontà. I recidivi sono poi quanto di meglio ci si possa offrire. Assicurano la perennità dell’istituzione, facilitano convegni e incentivano ricerche sul campo. Se poi si tratta di stranieri saranno utili ai politici di turno. Sapranno valorizzare la loro collaborazione per nuove leggi e decreti di espulsione. Senza parlare dell’occupazione dei giovani del sud. Sono essi che compongono una buona parte della mano d’opera delle prigioni di stato. Gli avvocati, i penalisti e persino i cappellani e gli iman che li visitano: ad ognuno il suo reo.
Per le sue attività l’agenzia Frontex ha ricevuto milioni di euro in dotazione. L’operazione Mare Nostrum e il Tritone arrivato dopo, i gruppi di appoggio ai migranti, i centri di identificazione ed espulsione, le mense a Lampedusa, i comitati di difesa dei diritti umani, dovranno prima o poi ammetterlo. E’ grazie ai dispersi, ai trafficanti, a coloro che si avventurano nel mare, agli irredentisti, ai contrabbandieri, ai venditori di nulla che si deve tutto. Quelli che sono etichettati indesiderabili e pericolori assicurano il pane a molti altri. Si dovrebbe avere maggiore ricoscenza nei loro confronti. Invece si inaugurano statue ai dispersi e si conferiscono cittadinanze ai morti. Non è questa la maniera migliore di ringraziarli. Facciamoli cittadini onorari o cavalieri del lavoro.
Nei saluti di fine anno i presidenti non dovrebbero parlare che di loro. Gli indesiderabili delle varie repubbliche. I loro messaggi alla nazione non sono che tediose litanie di promesse e di inutili consuntivi. In Francia c’era Hollande e in Italia Napolitano. In Costa d’Avorio si vantano le realizzazioni, il ponte nuovo e l’economia in crescita. Una buona metà della popolazione chiede l’assistenza alle caritas e affini. A migliaia i giovani se ne vanno dal paese. Si organizza ad Abidjan il processo della moglie del presidente imprigionato alla corte penale. A Niamey incomincia oggi quello per l’accusa di bambini fabbricati a coppie in Nigeria. Altrove si promette di cambiare la costituzione per aggiugere altri mandati presidenziali. Senza indesiderabili non c’è nessun futuro.
L’anno che verrà porterà altri indesiderabili alla ribalta. Ogni epoca organizza e custodisce i propri. Le religioni, le politiche e soprattutto le economie contano su di loro. A Niamey e altrove si festeggia la nascita e il battesimo del profeta. Politici e religiosi si accomunano nel pregare affinché nulla cambi. Grazie agli indesiderabili si trova a chi destinare l’elemosina nell’anno che verrà.
L’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va . (Lucio Dalla).
Mauro Armanino, Niamey, Gennaio 2015