Alle ore 9:47 del 21 aprile 2025, Lunedì dell’Angelo, Sua Eminenza, il Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, ha annunciato la morte di Papa Francesco:

“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.

Papa Francesco dopo il lungo ricovero presso il Policlinico Gemelli di Roma era tornato in Vaticano, per trascorrere il periodo di convalescenza.

La sua scomparsa avvenuta Lunedì dell’Angelo lascia un vuoto, ma la sua presenza spirituale e i suoi messaggi rimangono la sua più grande eredità.

Lo ricordiamo ripercorrendo in sintesi i suoi viaggi apostolici in Africa.


KENYA, UGANDA E REPUBBLICA CENTRAFRICANA

25-30 NOVEMBRE 2015

In occasione dell’incontro ecumenico e interreligioso presso il Salone della Nunziatura Apostolica di Nairobi, papa Francesco aveva pronunciato queste parole:

Penso qui all’importanza della nostra comune convinzione secondo la quale il Dio che noi cerchiamo di servire è un Dio di pace. Il suo santo Nome non deve mai essere usato per giustificare l’odio e la violenza.

[…]Quant’è importante che siamo riconosciuti come profeti di pace, operatori di pace che invitano gli altri a vivere in pace, armonia e rispetto reciproco! Possa l’Onnipotente toccare i cuori di coloro che perpetrano questa violenza e concedere la sua pace alle nostre famiglie e alle nostre comunità.


 EGITTO

28-29 APRILE 2017

Durante il Discorso ai partecipanti alla Conferenza Internazionale per la Pace papa Francesco aveva detto:

Educare all’apertura rispettosa e al dialogo sincero con l’altro, riconoscendone i diritti e le libertà fondamentali, specialmente quella religiosa, costituisce la via migliore per edificare insieme il futuro, per essere costruttori di civiltà. 

Perché l’unica alternativa alla civiltà dell’incontro è la inciviltà dello scontro, non ce n’è un’altraE per contrastare veramente la barbarie di chi soffia sull’odio e incita alla violenza, occorre accompagnare e far maturare generazioni che rispondano alla logica incendiaria del male con la paziente crescita del bene: giovani che, come alberi ben piantati, siano radicati nel terreno della storia e, crescendo verso l’Alto e accanto agli altri, trasformino ogni giorno l’aria inquinata dell’odio nell’ossigeno della fraternità.


MOZAMBICO, MADAGASCAR E ISOLA DI MAURITIUS

4-10 SETTEMBRE 2019

In occasione della Visita alla Città dell’Amicizia – Akamasoa, in Madagascar, papa Francesco aveva pronunciato queste parole rivolte ai giovani:

Cari giovani di Akamasoa, vorrei rivolgere a voi un messaggio particolare: non arrendetevi mai davanti agli effetti nefasti della povertà, non cedete mai alle tentazioni della vita facile o del ripiegarvi su voi stessi. […]

Lasciate sbocciare in voi i doni che il Signore vi ha fatto. Chiedetegli di aiutarvi a mettervi generosamente al servizio dei vostri fratelli e sorelle. Così Akamasoa non sarà soltanto un esempio per le generazioni future ma, soprattutto, il punto di partenza di un’opera ispirata da Dio che troverà il suo pieno sviluppo nella misura in cui continuerà a testimoniare l’amore alle generazioni presenti e future.


MAROCCO

30-31 MARZO 2020

In occasione dell’Incontro con i migranti presso la sede della Caritas diocesana di Rabat, papa Francesco aveva pronunciato un illuminante discorso, di cui riportiamo questi passi (fonte Vatica.va):

Qualche mese fa si è svolta, qui in Marocco, la Conferenza Intergovernativa di Marrakech che ha ratificato l’adozione del Patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare. «Il Patto sulle migrazioni costituisce un importante passo avanti per la comunità internazionale che, nell’ambito delle Nazioni Unite, affronta per la prima volta a livello multilaterale il tema in un documento di rilievo» (Discorso ai Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 7 gennaio 2019).

Questo Patto permette di riconoscere e di prendere coscienza che «non si tratta solo di migranti» (cfr Tema della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019), come se le loro vite fossero una realtà estranea o marginale, che non abbia nulla a che fare col resto della società. Come se la loro qualità di persone con diritti restasse “sospesa” a causa della loro situazione attuale; «effettivamente un migrante non è più umano o meno umano in funzione della sua ubicazione da una parte o dall’altra di una frontiera».

Ciò che è in gioco è il volto che vogliamo darci come società e il valore di ogni vita. Si sono fatti molti e positivi passi avanti in diversi ambiti, specialmente nelle società sviluppate, ma non possiamo dimenticare che il progresso dei nostri popoli non si può misurare solo dallo sviluppo tecnologico o economico. Esso dipende soprattutto dalla capacità di lasciarsi smuovere e commuovere da chi bussa alla porta e col suo sguardo scredita ed esautora tutti i falsi idoli che ipotecano e schiavizzano la vita; idoli che promettono una felicità illusoria ed effimera, costruita al margine della realtà e della sofferenza degli altri. Come diventa deserta e inospitale una città quando perde la capacità della compassione! Una società senza cuore… una madre sterile. Voi non siete emarginati, siete al centro del cuore della Chiesa.

Ho voluto offrire quattro verbi – accogliere, proteggere, promuovere e integrare – affinché coloro che vogliono aiutare a rendere più concreta e reale questa alleanza possano con saggezza coinvolgersi piuttosto che tacere, soccorrere piuttosto che isolare, edificare piuttosto che abbandonare.

Cari amici, vorrei ribadire qui l’importanza che rivestono questi quattro verbi. Essi formano come un quadro di riferimento per tutti. Infatti, in questo impegno siamo tutti coinvolti – in modi diversi, ma tutti coinvolti – e tutti siamo necessari per garantire una vita più degna, sicura e solidale. Mi piace pensare che il primo volontario, assistente, soccorritore, amico di un migrante è un altro migrante che conosce in prima persona la sofferenza del cammino. Non si possono pensare strategie di grande portata, capaci di dare dignità, limitandosi ad azioni assistenzialistiche verso il migrante. Cosa imprescindibile, ma insufficiente. È necessario che voi migranti vi sentiate i primi protagonisti e gestori in tutto questo processo.

Questi quattro verbi possono aiutare a realizzare alleanze capaci di riscattare spazi in cui accogliere, proteggere, promuovere e integrare. In definitiva, spazi in cui dare dignità.


REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO e in SUD SUDAN

Papa Francesco ha compiuto dal 31 gennaio al 5 febbraio 2023, il pellegrinaggio ecumenico in due nazioni africane instabili e tormentate: la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan. Nel corso della visita apostolica, densa di emozioni e di incontri con vari capi spirituali e leader politici, il pontefice ha invocato messaggi di pace, riconciliazione e unità.

Una folla di migliaia di persone, tra preghiere e canti, ha accolto il Santo Padre al suo arrivo a Kinshasa, il 31 gennaio. Tanti, fedeli e non, speravano che Francesco ponesse l’attenzione sulla tormentata situazione nel Nord-Kivu, da decenni in balia di scontri, violenze e sfruttamento delle sue preziose risorse minerarie e naturali. E così è stato.

Il Santo Padre, nel suo primo discorso tenuto presso il giardino del “Palais de la Nation”, ha paragonato la RDC a “un diamante del creato”, in riferimento alle ricchezze presenti nel sottosuolo.

Ma il papa ha ricordato che i cittadini della RDC sono “infinitamente più preziosi di ogni bene”, e che “è proprio a partire dai cuori che la pace e lo sviluppo restano possibili perché, con l’aiuto di Dio, gli esseri umani sono capaci di giustizia e di perdono, di concordia e di riconciliazione”.

La messa all’aeroporto, con un milione di persone

Il giorno seguente al suo arrivo a Kinshasa, Papa Francesco ha tenuto la Santa Messa davanti a oltre un milione di persone. Una celebrazione toccante, organizzata nella spianata dell’aeroporto di Ndolo. Durante la funzione, il Santo Padre ha ricordato come “custodire e coltivare la pace di Gesù”, rammentando gli insegnamenti di Cristo:

Egli stesso ci indica tre sorgenti di pace, tre fonti per continuare ad alimentarla. Sono il perdono, la comunità e la missione”. Francesco ha poi sottolineato che “i cristiani, mandati da Cristo, sono chiamati per definizione a essere coscienza di pace del mondo: non solo coscienze critiche, ma soprattutto testimoni di amore”.

Le vittime della violenza nell’est del Congo incontrano il papa

L’incontro con le vittime delle violenze perpetrate nell’area orientale del paese è stato tra i momenti più toccanti della visita di Francesco in terra congolese. Le testimonianze dei sopravvissuti sono state commoventi. Donne abusate, ragazzi costretti a vedere la morte atroce del padre. Testimonianze che hanno messo in luce gli orrori compiuti nelle province del Nord e Sud Kivu e nell’Ituri. Ascoltando le drammatiche storie, Francesco ha pronunciato parole di partecipazione, e ha poi lanciato un appello:

Rivolgo un vibrante appello a tutte le persone, a tutte le entità, interne ed esterne, che tirano i fili della guerra nella Repubblica Democratica del Congo, depredandola, flagellandola e destabilizzandola. Vi arricchite attraverso lo sfruttamento illegale dei beni di questo Paese e il cruento sacrificio di vittime innocenti. […] fate tacere le armi, mettete fine alla guerra. Basta! Basta arricchirsi sulla pelle dei più deboli, basta arricchirsi con risorse e soldi sporchi di sangue!”.

Alla volta del Sud Sudan, un viaggio ecumenico

Venerdì 3 febbraio 2023, Francesco, con i suoi 86 anni sulle spalle, è partito alla volta del Sud Sudan, un altro paese africano tormentato da violenze e conflitti derivanti dallo sfruttamento di preziose ricchezze, come il petrolio. Il Sud Sudan è la più giovane nazione al mondo, nata a seguito della secessione dal Sudan. Dal 2013 al 2018 ha conosciuto una cruenta guerra civile. Nel corso di questa visita, il pontefice ha lanciato il suo appello affinché questo Paese possa finalmente intraprendere un percorso di riconciliazione e di unità.

Non perdete mai la speranza. E non si perda l’occasione di costruire la pace”, ha detto il pontefice al termine della Santa Messa presso il complesso del Mausoleo “John Garang”, a Giuba.

LEGGI IL NOSTRO ARTICOLO COMPLETO CHE RIPERCORRE QUESTO VIAGGIO QUI:
Il viaggio apostolico di Francesco nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan


A cura di Silvia C. Turrin