Il 20 Novembre si celebra la Giornata ONU per i diritti dell’infanzia. Tra i loro diritti ci sono il diritto alla Pace, alla non violenza, alla famiglia, alla casa. Ma spesso non è così.

Nel continente africano sono molti gli scrittori che hanno raccontato, a volte per esperienza personale, il tema dei bambini-soldato, questo terribile accostamento di parole. Ricordiamo Ken Saro-Wiwa e il suo bellissimo Sozaboy (Baldini Castoldi, 2014), o Johnny Mad Dog (Epochè, 2006) di Emanuel Dongala.

Ishmael Beah, nato in Sierra Leone nel 1980, ha pubblicato nel 2010 per Beat edizioni, Memorie di un soldato bambino, tradotto in più di quaranta lingue.

Ishmael nel 1998 da Freetown si è trasferito negli Stati Uniti e dopo aver terminato gli studi superiori alla United Nations International School di New York, si è laureato in Scienze Politiche all’Oberling college.

Membro dello Human Rights Watch Children’s Rights Division Advisory Committee, ha parlato numerose volte alle Nazioni Unite, al Council on Foreign Relations e al Center for Emerging Threats and Opportunities. Oggi vive a New York.

Memorie di un soldato bambino è un libro autobiografico dove racconta la sua agghiacciante esperienza di bambino soldato nella Sierra Leone. Nel libro racconta la sua terribile vita aggravata dalla perdita della famiglia.

Nel libro non tralascia la violenza disumana delle battaglie combattute quando era un soldato dell’esercito regolare della Sierra Leone.

Il 1993 è appena iniziato in Sierra Leone e a Mogbwemo, il piccolo villaggio in cui vive il dodicenne Ishmael, la guerra tra i ribelli e l’esercito regolare, che insanguina la zona del paese più ricca di miniere di diamanti, sembra appartenere a una nazione lontana e sconosciuta.

e case bruciate. Ma per Ishmael, suo fratello Junior e gli amici Talloi e Mohamed, quei profughi esagerano sicuramente. L’immaginazione Di tanto in tanto nel villaggio giungono dei profughi che narrano di parenti uccisi dei ragazzi è catturata da una cosa sola: la musica rap.

Affascinati dalla “parlata veloce” di un gruppo americano visto in televisione, i ragazzi hanno fondato una band e se ne vanno in giro a esibirsi nei villaggi vicini. Un giorno, però, in cui sono in uno di questi villaggi, li raggiunge la terribile notizia: i ribelli hanno attaccato e distrutto Mogbwemo. Ishmael non vedrà più casa sua e i suoi genitori.

Perderà Junior. Fuggirà nella foresta, dormirà di notte sugli alberi, sarà catturato dall’esercito governativo, imbottito di droga, educato all’orrore, all’omicidio, alla devastazione.

Il suo migliore amico non sarà piú il tredicenne Talloi ma l’AK-47 e la sua musica non più l’hip-hop ma quella del suo fucile automatico. Una testimonianza indimenticabile dal cuore dell’Africa, dove milioni di bambini muoiono di malattie curabili in Occidente e centinaia di migliaia sono mutilati o cadono in guerra.

È del 2020 il suo ultimo racconto, Little family: a novel, non ancora pubblicato in Italia. E’ la storia di cinque ragazzi che vivono ai margini della società e nello stare insieme cercano di ricreare il senso di famiglia perduto.

Ishmael oggi è ambasciatore dell’UNICEF.

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A cura di Ludovica Piombino, Biblioteca Africana Borghero