Nasce nel 1977 a Freetown, la capitale della Sierra Leone, nell’Africa occidentale. Uno stato inventato di sana pianta dal destino e dal bisogno dell’Inghilterra di un ‘pied-à-terre’ per offrire una terra africana gli schiavi liberati.
Nel 1792 la Sierra Leone diviene la prima colonia britannica dell’Africa occidentale. A parte gruppi di indigeni già sul posto, la popolazione si arricchisce di alcune centinaia di ex-schiavi portati da Londra. Col tempo altri schiavi liberati dello stesso tipo dalla Giamaica incrementano la popolazione e infine si arriverannno i salvati dalle navi negriere.
Raymond che nasce a Freetown, la città della libertà, non sa tutte queste cose e a 16 anni, fugge la crudele guerra civile nel suo Paese e inizia una serie interminabile di esodi. Raggiunge Conakry, in Guinea, nel 1993 e lì si ferna tre anni prima di conoscere la Costa d’Avorio dove, nel 2002, lo sorprende l’altra guerra civile. Si rifugia allora nel vicino Ghana e l’anno successivo torna in patria per ritrovare la sua famiglia.
Nel frattempo suo padre, autista di professione, è morto e la madre è andata ad abitare in un villaggio assai lontano dalla capitale. Raymond riprende la strada dell’esilio che lo porta in Mauritania. Con l’idea di raggiungere la Spagna si imbarca in una canoa e, fermato dalle pattuglie marittime è riportato in terra ferma. Siamo nel 2009 e Raymond, raggiunge il Mali l’anno seguente.
Nel Mali ottiene un passaporto falso e, alla frontiera con l’Algeria che avrebbe voluto raggiungere, è rimandato indetro. Torna nel suo Paese nel 2011 e vi rimane fino all’inizio dell’epidemia di Ebola che colpisce severamente la Sierra Leone e la vicina Liberia nel 2014.
Accusato ingiustamente di furto rimane ospite della prigione per tre mesi e, per cambiare il panorama, torna a Abidjan, in Costa d’Avorio nel 2016 e vi rimane due anni. Senza lavoro fisso si avventura allora nel Ghana per passre In Togo e nel Benin onde raggiungere la Nigeria. Ritenta l’avventura in Algeria passando stavolta dal Niger e, espulso dai militari algerini alla frontiera, si ritrova a Niamey, la capitale.
Tramite l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, OIM, ritorna in Sierra Leone con un piccolo fondo di reinserzione nel 2019. Terminato il fondo e malgrado le ingiunzioni dell’ Organizzazione onusiana, lascia il suo Paese per tornare nel Niger lo stesso anno. Nel frattempo la morte della mamma lo fa tornare ancora una volta in Sierra Leone per il suo funerale.
Orfano e con uno dei fratelli morto e l’altro sposato, effettua un viaggio in Costa d’Avorio prima di raggiungere ancora il Niger nel 2020. Prova ad unirsi ai cercatori d’oro nei pressi di Maradi, non lontano dalla Nigeria ma desiste perché il lavoro è troppo pericoloso.
Adesso Raymond si trova a Niamey e assicura che Dio gli ha detto di fermarsi qui per ottenere la patente di guida e poi fare l’autista, come suo padre.
P. Mauro Armanino, Niamey