“Una valigia era già pronta, e il passaporto, sottratto dalla mia stanza la settimana precedente, mi venne consegnato insieme al biglietto lasciandomi senza scuse. Il mio aereo partì quattro ore dopo”.
Sono le prime righe de La ribelle, uno dei dodici racconti che compongono Quando un uomo cade dal cielo (SEM edizione, 2019, traduzione di Tiziana Lo Porto), il debutto narrativo, singolare e provocatorio di Lesley Nneka Arimah, vincitore di numerosi premi letterari, tra i quali il Kirkus Prize, il New York Public Library’s Young Lions Award e il Commonwealth Short Story Prize per l’Africa.
A parlare è Ada, una giovane donna costretta dalla madre a trascorrere l’estate in Nigeria, come punizione per il suo comportamento che non rispecchia i desideri della donna, che la vorrebbe pacata e rispettosa come la cugina Chinyere che vive in Africa.
Lesley Nneka Arimah, nata in Inghilterra nel 1983 e cresciuta in Nigeria prima di trasferirsi, ancora adolescente, negli Stati Uniti, non sembra lasciarsi sfuggire nulla: dallo scontro tra civiltà vissuto quotidianamente dagli afropolitani (termine utilizzato per la prima volta nel 2005 dalla scrittrice Taiye Selasi in un articolo intitolato Bye bye barbar: “Loro – cioè, noi – siamo afropolitani, la nuovissima generazione di emigranti africani, non cittadini, ma africani del mondo”), fino alle questioni di razza e di classe.
I 12 racconti affrontano diversi temi: l’importanza della famiglia, nel bene e nel male, e del luogo che chiamiamo casa; i legami tra genitori e figli, mariti e mogli, amanti e amici. E poi le differenze di classe e razza, i complicati rapporti tra giovani adolescenti e le loro madri, la guerra che distrugge le vite, e le piccole battaglie che ogni persona combatte ogni giorno.
Tutti hanno un personaggio femminile come protagonista.
Lesley Nneka Arimah immerge i suoi racconti nel realismo magico e attraversa tutti i generi letterari, da quello realistico a quello fantastico. È una scrittrice che riesce a disegnare le sue protagoniste femminili senza censurarne debolezze o difetti, ma cogliendo pienamente l’essenza dell’essere donna nelle diverse fasi della vita.
Passa con maestria a disegnare scenari futuribili e inquietanti. Come nel racconto che dà il titolo alla raccolta, in cui la Nigeria si trova ad accogliere migranti britannici, perché da “quando le alluvioni avevano iniziato a sommergerle, le isole britanniche avevano chiesto aiuto al Biafra, che aveva subito risposto”.
E così “furono stabiliti i termini dell’accordo e venne pattuito un equo scambio di servizi”.
In questo futuro, inoltre, tutto viene gestito attraverso la scienza e la matematica, tramite le sue formule permette di risolvere il dolore.
“I suoi racconti, ironici e graffianti, con i loro risvolti ecologisti e femministi, ricordano quelli di Margaret Atwood” (The NewYork Times Book Review).
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A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca Africana Borghero