Ben Okri (Minna, 1959) è uno scrittore nigeriano che ha scelto di vivere a Londra.
Con “La via della fame. Vita, imprese e avventure di un bambino magico” (Bompiani, 1998), ha avuto un grandissimo successo, vincitore del Booker Prize per la narrativa fantastica.
La sua scrittura e il suo stile si inseriscono nel mondo letterario yoruba, lo stesso di Daniel Fagunwa di Amos Tutuola e poi di Wole Soyinka, un mondo onirico, fantastico, popolato di personaggi e con una concezione ciclica del tempo.
Il suo protagonista è Lazaro, Azaro, un àbiku attratto dal mondo magico degli spiriti, che decide però di resistere alle voci dei suoi compagni àbiku che lo richiamano costantemente nel loro limbo sereno, per provare cosa significhi vivere e per aiutare la sua famiglia, estremamente povere e segnata quotidianamente dell’incubo della fame e della ricerca di cibo.
Ben Okri sceglie Azaro come suoi occhi (l’io narrante) per raccontare la storia del suo paese, una Nigeria agonizzante, affamata, in mano ad un governo corrotto, violento e ottuso. Una metafora che unisce perfettamente naturale e sopranaturale, fondendo realtà e sogno, così da rendere indistinto ogni possibile confine.
Lo spirito-bambino diventa nell’opera di Ben Okri un involontario avventuriero del caos e della luce, dei sogni dei vivi e dei morti.
“Ciò che non è pronto, che non ha voglia di nascere e di trasformarsi, non fa che ripetersi. Ci sono tanti che vivono in questo stato, pur ignorandolo. Esistono nazioni, civiltà, idee, scoperte, rivoluzioni che partecipano di questa condizione senza esserne a conoscenza”.
Le sue opere attingono in parte alle sue esperienze durante la guerra civile nigeriana – guerra del Biafra (1967-1970), che visse in prima persona essendo sua madre di etnia igbo, ma includono molti elementi metafisici e riferimenti alla mitologia e al simbolismo della tradizione yoruba.
Sebbene i critici menzionino talvolta la sua opera come esempio di realismo magico, lo stesso Okri ha sempre rifiutato questa etichetta, definendola troppo limitante.
Okri ha ricevuto lauree honoris causa dall’Università di Westminster e dall’Università dell’Essex (2002). Nel 2001è stato insignito dell’Ordine dell’Impero Britannico. È vicepresidente della sezione inglese dell’International PEN, un’associazione di scrittori di oltre 100 paesi, e membro del Royal National Theatre britannico.
In italiano sono stati tradotti e pubblicati soltanto alcuni dei suoi romanzi : Io sono invisibile, (Bompiani, 1997), dall’editrice Giunti Il venditore di sogni. (1998) e Un amore pericoloso (1999),
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A cura di Ludovica Piombino, Biblioteca Africana Borghero
Foto: dal sito dell’autore