In Sudafrica, nella regione del Mpumalanga, si nasconde una misteriosa struttura in pietra, ritenuta da molti studiosi la più antica costruzione al mondo. Stiamo parlando del cosiddetto “Calendario di Adamo”, vestigia di una cultura che si sarebbe sviluppata ben 75mila anni fa. Composta da un cerchio di pietre gigantesche e da altre monolitiche, questa struttura – ancora da analizzare in dettaglio dal punto di vista archeologico e geologico – getta nuova luce sulla storia del Sudafrica.
Un Kraal Bantu o antichi templi religiosi?
Questa misteriosa “Stonehenge sudafricana” fu scoperta ufficialmente solo vent’anni fa. A individuarla per primo fu il pilota aereo Johan Heine, esperto nelle operazioni antincendio. Per molti anni, Heine ha sorvolato le montagne della regione del Mpumalanga. Grazie alla possibilità di osservare la zona dall’alto, ha avuto modo di individuare una costruzione alquanto singolare, tanto da instillare in lui un particolare interesse. Dall’alto poteva perfettamente vedere strane rovine di pietra, a forma circolare. Incuriosito, incominciò a fotografarle.
Le immagini le mostrò poi a studiosi della materia, i quali sostennero che si trattava semplicemente di resti di un “kraal di bestiame”, ovvero di un recinto usato anticamente dal popolo Bantu. Secondo questi primi studiosi, il kraal fu abbandonato quando ci furono le migrazioni tra il XIV e il XVIII secolo. Tale analisi venne completamente trasformata a seguito di un incidente aereo avvenuto sorvolando proprio le montagne del Mpumalanga.
Non è chiaro se l’incidente coinvolse direttamente Johan Heine o solo un membro del suo equipaggio. È certo però che l’infortunio permise di scoprire il cosiddetto “Calendario di Adamo”. Successive analisi hanno messo in evidenza come queste rovine megalitiche abbiano un’età che non corrisponde affatto alle migrazioni bantu, bensì risalirebbero a circa 75mila anni fa. Oltre alla datazione ancora incerta, questo sito presenta altri elementi da studiare, a cominciare dalla sua stessa funzione. Potrebbero essere antichissimi insediamenti simili a villaggi, oppure i resti di osservatori astronomici e di templi religiosi.
Tracce del regno della regina di Saba?
Esistono altre ipotesi, come quella che collega la storia di questi antichi insediamenti alla presenza di ricchi giacimenti auriferi in Sudafrica. Basti dire che il Calendario di Adamo si trova non distante dalle miniere d’oro di Barberton, formate dalle miniere di Agnes, di Fairview, di New Consort e di Sheba. È una delle aree aurifere più ricche al mondo. Per questo altri studiosi hanno persino ipotizzato che le strutture di pietra rinvenute si possano considerare come antiche vestigia del regno perduto della regina di Saba, il cui racconto si lega a quello delle altrettanto misteriose miniere del re Salomone.
Per far luce su queste storie e sulle origini effettive della “Stonehenge” sudafricana occorrono ricerche approfondite, prima che il processo d’erosione delle rocce impedisca di ottenere dati attendibili. In ogni caso, è evidente come la storia del continente africano sia molto più complessa e multiforme rispetto a come veniva descritta sino a non molto tempo fa. Tutt’altro che “continente senza storia”, l’Africa può fornirci nuove informazioni utili per comprendere meglio la sua evoluzione.
Silvia C. Turrin