“Il mondo è un libro. Chi non viaggia ne legge una pagina soltanto” affermò Sant’Agostino. Filosofo e teologo cristiano, dottore (uno dei 36) e Padre della Chiesa d’Occidente, Agostino d’Ippona ha viaggiato tra Africa ed Europa, riuscendo così a leggere – per collegarci al nostro incipit iniziale – diverse pagine del grande libro del mondo.

I suoi itinerari – definibili ricerche spirituali, percorsi interiori e al contempo scoperte di carattere culturale tra Algeria, Tunisia e Italia – hanno lasciato un solco talmente profondo da stimolare la creazione di un vero e proprio cammino dedicato a Sant’Agostino, al fine di percorrerne le tracce, anche spirituali.

Pellegrinaggio Mariano tra Lombardia e Liguria

Le tappe del cammino di Sant’Agostino più conosciute e più facili da raggiungere sono quelle che si snodano tra Lombardia e Liguria. Il tratto principale riguarda Milano, Pavia, Lecco, Como, Bergamo, Varese, Monza e Brianza. Nonostante siano città situate nel cuore della frenetica e trafficata Lombardia, le vie si snodano in aree verdeggianti, dove è ancora possibile contemplare la natura e rilassarsi meditando ascoltando i suoni del creato. L’itinerario lombardo collega cinquanta Santuari mariani, tra cui: Santa Maria delle Grazie a Monza, il Santuario della Madonna dell’Albero a Carimate (Co), Madonna del Bosco a Imbersago (Lc), il Santuario della Madonna Addolorata, chiamato popolarmente Santuario della Rocchetta, ad Airuno (Lc) e il Domus Sancti Augustini a Cassago Brianza (Lc), l’antico sito romano Rus Cassiciacum in cui Agostino dimorò per alcuni mesi e dove si convertì alla fede cristiana.

La prima fase del cammino è stata concepita in maniera circolare, in modo da permettere al viandante di ritornare esattamente al punto di partenza, che è Monza. Questo primo tratto del Cammino costituisce il fiore della rosa. Il secondo tratto rappresenta la cosiddetta “foglia orientale”, mentre il terzo tratto è la “foglia occidentale della rosa”.

Il Cammino è infatti simboleggiato da una rosa. L’altro tratto costituisce il “gambo”, e collega Monza, Milano e Pavia, con un’estensione verso Genova, lungo la “via del sale”. Quest’ultimo percorso è molto suggestivo: parte dalla Basilica di San Pietro in Cieldoro a Pavia, dove Sant’Agostino è sepolto, e giunge alla Chiesa Agostiniana della Consolazione di Genova.

Tra Algeria e Tunisia

Visione di sant’Agostino – quadro di Vittore Carpaccio

Il tratto africano del cammino si snoda tra Algeria e Tunisia. Questo itinerario nel Nord Africa permette di scoprire “le radici” di Sant’Agostino. La sua città natale, Tagaste, in Algeria, non esiste più. Si trattava di un antico centro urbano della Numidia, un’area che ospitava varie comunità berbere, divenuta in seguito provincia dell’Impero romano. Agostino nacque a Tagaste il 13 novembre 354. Per andare sulle tracce della sua infanzia occorre cercare il nome della città di Souk Ahras. Anche la stessa Ippona, a cui in genere è associato il filosofo e Padre della Chiesa, non esiste più sulle mappe geografiche. Al suo posto sorge Annaba, distante circa 70 km da Souk Ahras.

Tagaste e l’ulivo di Sant’Agostino

Il luogo dove un tempo sorgeva l’antica Tagaste attira ancora tanti devoti agostiniani. La fede e il desiderio di scoperta sono arricchiti dalla presenza di un albero particolare, ovvero l’ulivo di Sant’Agostino. Si tratta di una pianta secolare. Narra la tradizione locale che il Santo meditasse e recitasse preghiere ai piedi del grande albero millenario, che si erge sulle alture di Souk Ahras. Nel 1953, furono eseguite analisi di dendrocronologia (metodo di analisi basato sul conteggio degli anelli di accrescimento annuale degli alberi, ideato da Andrew Ellicot Douglass) da parte di un team statunitense. L’anno non fu scelto a caso, poiché nel ’53 si celebravano 1600 anni dalla nascita di Sant’Agostino. Ebbene, gli studi effettuati all’epoca stimarono che l’ulivo avesse più di 2900 anni. Questo dato eccezionale si intreccia con la forte spiritualità che si respira attorno all’ulivo di Sant’Agostino. Ma non tutti i turisti ne sono a conoscenza, più interessati a scoprire le vestigia dell’antico impero di Roma. Souk Ahras rimane una città permeata dalla cultura berbera e qui convivono mausolei con le impronte lasciate dalla fede di Agostino.

Da Cartagine a Ippona (passando per Roma e Milano)

Anche Cartagine è legata alla vita di Sant’Agostino. Antica città punica, poi conquistata dai Romani e poi ancora entrata nel mondo bizantino e infine occupata dagli Omayyadi, Cartagine fu, per Agostino, un luogo dove si trovò in bilico fra studio e passioni. La retorica lo impegnava e coinvolgeva, ma era tentato da numerose distrazioni in questa città tunisina. Il viaggio in Italia fu per lui fondamentale nel processo di conversione. Dopo differenti fasi, scandite da interessi diversificati che vanno dal manicheismo alla filosofia neo-platonica – Agostino si recò prima a Roma, poi a Milano. Nel capoluogo lombardo incontrò il vescovo Ambrogio e in seguito Simpliciano. Fu proprio a Milano che il 25 aprile del 387, il vescovo Ambrogio lo battezzò (e con lui venne battezzato il figlio Adeodato che Agostino ebbe con una donna ai tempi “dissoluti” di Cartagine). Nelle sue Confessioni Agostino scrive, in merito a questa svolta: “Fummo battezzati e si dileguò da noi l’inquietudine della vita passata” (Conf. IX, 6.14).

Basilica dedicata a Sant’Agostino (Annaba, Algeria)

Ritornò quindi nella sua città natale, Tagaste, coltivando con passione la vita monastica sino a diventare vescovo – dal 395 al 430 – di Ippona (l’attuale città algerina Annaba). Il cammino di Sant’Agostino può concludersi visitando la basilica di Annaba a lui dedicata e consacrata il 29 marzo 1900.

Le spoglie di Sant’Agostino riposano a Pavia nella basilica di S. Pietro in Ciel d’Oro. Fra le  opere di questo Padre della Chiesa ricordiamo le Enarrationes in Psalmos, i Sermones e le più note le Confessioni, intimo ritratto del santo, dalla nascita alla conversione: un’autobiografia scritta alla luce del rapporto tra uomo e Dio, in cui Agostino esprime emozioni personali accanto a discussioni esegetiche e filosofiche.

 

 (a cura di) Silvia C. Turrin

 

foto: wikipedia.org