Riproduciamo il commento di Beppe Severgnini sull’evento, riportato dal Corriere della Sera
Mi ha chiamato “compaesano”, e mi ha fregato. Padre Gigi Maccalli, prigioniero dei jihadisti in Africa per 752 giorni, tra il 2018 e il 2020, è nato e cresciuto nel paese di mia mamma Carla: Madignano, sulla strada per Cremona. Mi ha scritto, in estate, e mi ha chiesto se potevo presentare il suo libro.
A Crema e dintorni resto a distanza dai microfoni (un tentativo di rendermi meno insopportabile ai concittadini). Ma davanti a Pier Luigi Maccalli da Madignano non ho potuto, né voluto, dire no.
L’incontro pubblico è avvenuto ieri sera. “Catene di libertà – Per due anni rapito nel Sahel” (EMI, Editrice Missionaria Italiana) uscirà per il Salone del Libro di Torino: ne scriverà “La Lettura”, Annachiara Sacchi intervisterà padre Gigi.
L’ho letto in bozza, e mi ha colpito. Quella che state per leggere non è una recensione: solo una riflessione piena di ammirazione.
Quanto coraggio, quanta umiltà, quanta umanità nel racconto di un uomo che ha passato due anni sballottato nel deserto, sotto un albero, cambiando rifugio in continuazione, spesso incatenato, con le vipere come vicine e ragazzini armati come guardiani. Eppure, non una parola di odio verso i carcerieri.
Padre Gigi è venuto a pranzo da noi, giorni fa: è uguale all’uomo del libro, e non succede spesso. E’ appassionato, concreto, autoironico (un tratto della bassa padana). Racconta la sofferenza “per la mancanza di relazioni, non di comodità”. Racconta di Dio, “che pensiamo di conoscere troppo”. Racconta dell’attesa, della preghiera, del sogno di lavarsi i capelli, dell’attività gastrointestinale (“la vita interiore”, la chiama).
Tra gli uomini di fede, l’ho sentito fare solo al Dalai Lama e a papa Francesco.
Ascoltando padre Gigi sotto la magnolia cremasca, e leggendo il suo libro, ho pensato: che orgoglio, per i cristiani, un missionario così.
E che vergogna un parroco come quello di Prato, che usava i soldi delle offerte per pagarsi i festini di droga e sesso. D’accordo: la Chiesa è fatta di essere umani. Ma chi la guida – i vescovi, per cominciare – non dovrebbe essere più attento? Anche a Crema abbiamo conosciuto sacerdoti che hanno fatto del male, purtroppo. Ma poi dall’Africa torna padre Gigi Maccalli.
Il Dio del cielo, e i suoi compaesani in terra, possono essere orgogliosi di lui.
Beppe Severgnini,
Corriere della Sera del 26/09/2021
Leggi il reportage del Il Nuovo Torrazzo, settimanale diocesano di Crema, e guarda la gallery
Foto: Il Nuovo Torrazzo
Il video della serata sul canale youtube de Il Nuovo Torrazzo: