Stanotte per i musulmani inizia il Ramadan: come cambia con il coronavirus?
Per gli oltre 1,8 miliardi di credenti musulmani, quest’anno il mese santo di Ramadan, che inizia domani notte, sarà stravolto nelle sue tradizioni dall’epidemia di coronavirus.
In Nordafrica e Medio Oriente, in un clima informativo ancora più nebuloso del solito, le restrizioni imposte per fermare il contagio, in primis pregare rigorosamente a casa, potrebbero generare nuove tensioni sociali.
In Marocco i social raccontano tutto e il contrario di tutto. Trasgressori della quarantena colti sul fatto. Sul web impazzano le immagini dei cortei notturni di Fez, Tetouan, Tangeri del 21 marzo scorso: in pieno lockdown, centinaia di persone sono scese nelle strade scandendo slogan religiosi quali «Allah è grande, solo lui può sconfiggere il virus ». Ora il timore è che ciò possa ripetersi nelle prossime settimane.
Anche in Algeria, colpita dalla malattia e dalla repressione politica, o magari in Egitto, la cui popolazione è solita vivere il Ramadan con particolare intensità. Ma non quest’anno: niente preghiere notturne di gruppo (il taraweeh), niente banchetti per rompere il digiuno (iftar) né colazione prima dell’alba (sohour), niente visite ai defunti.
Confinamento attenuato in Tunisia, dalle 20 alle 6, a partire dal 4 maggio: una boccata di ossigeno per le attività commerciali, che durante il Ramadan fanno affari d’oro al calare del sole. Proteste, violenti scontri e arresti anche in Niger a causa del divieto, imposto dalle autorità, delle preghiere collettive. Nel mirino anche il coprifuoco.
L’importante, scandisce la Dar el–Ifta egiziana, comitato consultivo islamico per le questioni giuridiche, sarà vivere la propria spiritualità in modo autentico. Ma il dibattito fra oltranzisti del digiuno e sostenitori della flessibilità infuria.
Da Avvenire
Foto: AsiaNews