Ogni anno, in Africa orientale e centrale, in zone di conflitto e ad alto rischio, viene estratto oro per un valore di oltre 3 miliardi di dollari.

È oro estratto in genere illegalmente da piccoli minatori artigianali, da cui traggono profitti i gruppi armati e le unità degli eserciti governativi.

Gli Emirati Arabi Uniti, principalmente Dubai, importano circa il 95% dell’oro estratto in modo artigianale e su piccola scala, esportato ufficialmente da Sudan, Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Repubblica Centrafricana, e da altri Paesi in situazione di conflitto.

Dalla penisola araba l’oro continua  poi la sua strada verso India, Svizzera e Medio Oriente, per finire nelle gioiellerie di lusso dei Paesi occidentali come gioielli, o in imprese che usano l’oro per i componenti di automobili ed elettronica.

Come hanno dimostrato le inchieste di The Sentry e altri organismi, l’oro estratto artigianalmente dalla RDC, dal Sud Sudan e dalla Repubblica centrafricana viene principalmente contrabbandato o esportato in uno dei sei paesi confinanti – Uganda, Ruanda, Camerun, Kenya, Ciad o Burundi – prima di essere esportato a Dubai.

Il Sudan esporta direttamente negli Emirati Arabi Uniti. Negli Emirati Arabi Uniti i controlli doganali sono molto deficitari, e l’oro di conflitto penetra facilmente nel Paese, è lavorato e poi riesportato.

Il rapporto di The Sentry evidenzia quattro fattori di rischio chiave negli Emirati Arabi Uniti: controlli doganali inefficaci, supervisione inadeguata dei souk dell’oro (i piccoli negozianti-trafficanti delle medine), ingenti transazioni in contanti da parte dei grossisti, controllo accondiscendente  dei centri di raffinatura dell’oro grezzo.

The Sentry segnala inoltre il pericolo del riciclaggio di denaro sporco in tutta la catena dell’oro proveniente dai Paesi di conflitto.

È necessario da parte dell’opinione pubblica e dei politici dei Paesi grandi consumatori di oro una maggiore comprensioni dei meccanismi perversi del commercio dell’oro e dei reati ad esso associati.

In particolare i governi devono fare pressione sugli Emirati Arabi Uniti, affinché interrompano in modo più efficace i flussi illeciti che alimentano la violenza e la corruzione nell’Africa orientale e centrale.

Dal sito thesentry.org

Foto: Wikimedia; change.org; optimineral_com