Ce lo ricorda, il Card. Jean Pierre Cardinal Kutwã, arcivescovo di Abidjan (Costa d’Avorio) in questa sua meditazione, che vi proponiamo.
“È la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Ha sofferto per mano di Ponzio Pilato; con la sua morte è sembrata morire anche tutta la speranza che gli uomini avevano posto in Lui.
La Domenica delle Palme, tuttavia, era cominciata con un quadro diverso: gioia, entusiasmo, trionfo. Ma è sempre così nella vita, e anche nelle nostre vite: dietro una bella storia, ci sono sempre avvenimenti drammatici, sinistri; dietro il trionfo è sempre all’opera il complotto, il tradimento, e tanto sangue, il sangue del Calvario, sangue versato dalla cattiveria dell’uomo, come è accaduto e accade ancora nel nostro amato paese, la Costa d’Avorio.
Il processo a cui è sottoposto Gesù è l’opera di uomini di tutti i tempi, che credono di avere vinto, perché si dicono affrancati da Dio, realizzati senza e contro di Lui.
In un duello tremendo, la morte ha creduto si avere avuto l’ultima parola sulla vita. Ma l’ultima parola spetta sempre a Dio, e il male è destinato a soccombere.
È il messaggio che ascolteremo il Sabato Santo notte: le nostre voci si uniranno ai cristiani del mondo intero che vivono quella bella storia che ci racconta come Dio è sempre capace di aprirsi un varco anche nell’oscurità più totale, di far rotolare lontano da noi la pesante pietra della disperazione, di aprire quelle tombe che sembravano diventate le nostre esistenza, per far scaturire la luce e la vita!
Dove sono son quelle donne e quegli uomini, quei giovani e quei ragazzi, liberi e scatenati, la cui azione dovrebbe avere un impatto indelebile sul nostro mondo? Dove sono quelle donne e quegli uomini per i quali Gesù ha vinto il male racchiuso nel mondo?
Dove sono quelle donne e quegli uomini che Gesù vuole inviare a portare la bella notizie della pace, della riconciliazione, della salvezza?”