La visita che Papa Francesco si accinge a compiere in Marocco il prossimo 30 e 31 marzo, sarà “un grande evento per la nostra Chiesa”, afferma l’Arcivescovo di Rabat, Mons. Cristòbal Lòpez. Come riporta una nota dell’Arcidiocesi di Rabat pervenuta a Fides e diffusa nella diocesi, “sarà una due giorni molto impegnativa, carica di incontri significativi”, a partire da quello con i migranti della Caritas diocesana della capitale, e quello al centro sociale gestito dalle Figlie della Carità, alla periferia della città.
Prevista anche la visita all’Istituto Mohamed VI per la formazione degli Imam, dei predicatori e delle predicatrici, e l’incontro con Sua Maestà il Re e il popolo marocchino sulla spianata della Moschea Hassan,
“Tutti i cristiani che vorranno incontrare il Papa durante la celebrazione della Messa potranno farlo – continua Mons. Lòpez -, bisognerà avere pazienza per l’attesa e passare le necessarie misure di sicurezza, ma sarà fondamentale esserci. L’Eucaristia, culmine e fonte di tutta la vita cristiana, sarà anche il culmine della visita di Papa Francesco e la fonte di tutto ciò che risulterà dalla sua presenza tra noi”.
Ricordando le parole del motto della visita, l’arcivescovo Lopez sottolinea che Papa Francesco viene come “Servitore della speranza” e dunque “viene per riempirci di speranza, per darci forza, per riprenderci dallo scoraggiamento, per infondere entusiasmo, per annunciarci il Vangelo. Il Papa verrà in Marocco come pastore universale, padre di tutti i cristiani cattolici, persona di buona volontà che vuole incontrare tutti”.
“Da parte nostra, dobbiamo accoglierlo come un essere umano come noi, uno strumento che ci segnala Cristo, la voce che annuncia il suo messaggio, il Vangelo. La nostra preoccupazione e il nostro desiderio non dovranno essere quelli di stringergli la mano o fare un selfie con Lui. L’attenzione deve essere posta sull’ascolto delle sue parole, sulla ricezione del suo messaggio, testimoniato da parole e gesti. ‘Quando il saggio segnala il sole con il dito, lo stolto guarda il suo dito’, dice un proverbio. Il Papa non è il sole; lui è il dito; guardiamo il sole, che è Cristo, e non il dito. Arriva il Papa: prepariamoci!” conclude Mons. Cristóbal.
Il luogo in cui si celebrerà la Messa a Rabat è il centro sportivo Principe Moulay Abdullah, stadio costruito nel 1983 che ha una capienza di 52 mila persone.
L’arcivescovo Lopez ricorda anche che “ci sarà un incontro interreligioso aperto a tutti, marocchini e non marocchini”, e quello “sarà probabilmente il momento in cui ascoltare il discorso del Papa rivolto a tutti i marocchini e gli stranieri presenti nel Paese”.
L’arcidiocesi di Rabat ha anche preparato un sussidio di preparazione, con una serie di documenti. Tra questi, “Servitori della speranza”, la Lettera Pastorale della Conferenza Episcopale del Nord Africa (CERNA), che riunisce i vescovi di Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Sahara Occidentale consegnata a Papa Francesco durante la visita ad limina dei vescovi della regione nel marzo 2015, e che guardava alle nuove sfide della regione.
Un altro documento riguarda l’Ottocentesimo anniversario dell’incontro tra San Francesco e il sultano, che è uno dei temi sullo sfondo di questa visita. E non va dimenticato che i primi martiri francescani diedero la vita per il Vangelo proprio in Marocco. Infine, la Chiesa in Marocco ha dato ai fedeli un documento esplicativo sulla Chiesa e il Papa e la Dottrina Sociale della Chiesa.
Adattato da ACIStampa e Agenzia Fides, riprendendo un comunicato pubblicato sulla Rivista Diocesana di Rabat “Ensemble”
Foto: ACStampa