Ivana e Dino, come siete entrati nella famiglia SMA?

La nostra storia con la SMA inizia durante le mie scuole elementari – racconta Ivana – quando p. Renzo Mandirola ha condiviso il suo percorso di vita con noi. Con l’arrivo dei figli abbiamo potuto frequentare poco i padri, ma quando poi ci siamo trasferiti vicino alla sede di Genova Quarto, abbiamo potuto partecipare con più assiduità agli incontri mensili, e svolgere un servizio in casa SMA.

Siete stati in Africa: cosa avete portato a casa dal vostro viaggio?

Avevo letto l’annuncio proprio su SMA Notizie e, spinta da un desiderio antico, ho raccolto la proposta e ho chiesto subito informazioni a p. Renzo. Sono partita e mi ha stupito molto la gioia con  cui è stata accolta la nostra delegazione italiana, poiché italiano era anche p. Francesco Borghero di cui si celebrava l’azione missionaria proprio in Benin.

Cosa vi ha colpito in particolare?

Mi colpita l’allegria che animava le celebrazioni, rispetto alle messe forse un po’ più “sofferte”, se così si può dire, a cui siamo abituati in Italia. Dopo il mio viaggio in Benin abbiamo sentito tutti i padri missionari più vicini, come parte della nostra famiglia: adesso ci piace tenerci sempre aggiornati, sapere come procedono le missioni e, quando possiamo, dare una mano, com’è stato per la parrocchia di Santa Maria di Castello.

Com’è cambiata la vostra vita come volontari e sostenitori SMA nell’ultimo anno?

La pandemia sicuramente ci ha un po’ frenati, ma non vediamo l’ora di riprendere un servizio un po’ più stabile, approfittando anche dell’inizio della scuola materna del nostro quinto nipote.

Ad ogni modo, anche se “da remoto” non abbiamo mai fatto mancare le nostre preghiere, in particolare per p. Gigi Maccalli, il cui rapimento ci ha colpito come se fosse un membro della nostra famiglia.

Ci ha commosso incontrarlo durante la festa SMA a giugno e poter ascoltare la sua testimonianza: ci siamo davvero stretti ancor di più alla famiglia SMA!