Kehinde Wiley è un personaggio divenuto noto al mondo per il suo originale ritratto di Barack Obama. È stato lo stesso ex Presidente degli Stati Uniti a scegliere Wiley per realizzare un’opera ospitata presso la National Portrait Gallery, con sede a Washington D.C. Il ritratto di Obama va oltre i soliti cliché. Wiley lo ha voluto raffigurare tranquillamente seduto, immerso in un ambiente vegetale in cui fluttuano i fiori simbolo di Chicago, i crisantemi, i gelsomini delle Hawaii (terra natia di Obama) e gli Agapanthus blu africani, per ricordare le origini keniote del padre di Obama. Questo ritratto, dipinto con colori a olio su canvas, sintetizza a livello figurativo le radici e il percorso di vita dell’ex Presidente degli Stati Uniti: il primo a essere afroamericano, nato alle Hawaii, da un padre africano. Questi aspetti lo accomunano in parte proprio a Kehinde Wiley.
Ritratti afroamericani
Il nome di Kehinde Wiley si è imposto nel mondo dell’arte in quest’ultimo decennio per le sue opere fortemente legate al mondo afroamericano osservato da una prospettiva contemporanea. Wiley e Obama sono accomunati dal fatto che i rispettivi padri hanno origini africane. Mentre il padre di Obama ha radici keniote, quello di Wiley ha origini nigeriane, in modo specifico Yoruba. Per entrambi, quindi, il legame con la Madre Africa appare forte.
Kehinde Wiley in questi anni si è imposto nel mondo dell’arte contemporanea per il suo stile singolare. Nelle sue opere è sempre protagonista il mondo afroamericano contemporaneo. Donne, uomini, adolescenti sono però ritratti su sfondi che riecheggiano un mondo naturale che appare antico e classicheggiante.
Ritorno in Africa
Il legame con il continente africano è talmente forte in Kehinde Wiley che ha voluto inaugurare a Dakar la sua residenza artistica. Black Rock Senegal è il nome che ha dato a questo luogo, che vuole essere un punto d’incontro tra africani e afroamericani. La scelta della capitale senegalese non è un caso. Wiley ha visitato Dakar quando aveva 19 anni: all’epoca era in viaggio per raggiungere la Nigeria alla ricerca di suo padre. Nel 2008, è poi ritornato in Senegal per dipingere volti di giovani africani. Wiley considera Dakar una capitale cosmopolita, artisticamente vivace. Da qui la scelta di creare la sua residenza d’arte in questa città dell’Africa occidentale. Black Rock Senegal, sin dalla sua inaugurazione, avvenuta nel mese di maggio 2019, è già diventato una sorta di ponte culturale e comunicativo tra Africa e Stati Uniti. All’inaugurazione tanti personaggi celebri, come la cantante americana Alicia Keys, la top model Naomi Campbell e il cantante senegalese Youssou N’Dour.
Tra passato e presente
La scelta di Dakar è anche motivata dalla sua storia, in particolare dalle vicende legate alla tratta degli schiavi, che hanno toccato l’isola di Gorée. È per questo che Wiley promuoverà delle visite conoscitive proprio in quei luoghi senegalesi importanti per comprendere il legame tra l’Africa e il Nuovo Mondo.
Black Rock Senegal è comunque aperto non solo agli artisti, ma anche a registi e scrittori. L’intento è quello di inserire l’Africa nei dibattiti e nei vari progetti creativi, anche per comprendere il suo ruolo nel contesto dell’evoluzione globale dell’arte.
Silvia C. Turrin
Sito ufficiale: blackrocksenegal.org
Per approfondire si veda l’articolo Gorée, per non dimenticare la tratta degli schiavi
Foto: FlickrCC libby rosof