Padre Emile Kouakou (SMA) è nato ad Abengourou, in Costa d’Avorio. Dopo la sua ordinazione è stato inviato nel nord della Nigeria, a Guffanti. Dopo due anni, mons. Bulus Yohanna, vescovo di Kontagora, l’ha nominato responsabile della parrocchia Santa Famiglia di Karenbana. Ci parla con tanta gioia della missione a Kontagora.

La missione di Kontagora in Nigeria

nigeria-3La diocesi di Kontagora è una zona di prima evangelizzazione. In questa regione ci sono diversi gruppi etnici: i Kamberi, i Goungawa, i Dakarkari, gli Haussa, ecc. Il nostro lavoro missionario consiste nel portar loro la Buona Notizia di Gesù. Gli Haussa, per la maggior parte, sono mussulmani e hanno una grande influenza sugli altri popoli, che praticano in maggioranza la religione tradizionale. I missionari che mi hanno preceduto, irlandesi, africani e indiani, hanno fatto un ottimo lavoro. Ora abbiamo un buon numero di cristiani, circa il 40% della popolazione locale. Nel nostro lavoro di evangelizzazione non mancano le sfide.

La sfida della povertà

La nostra zona si trova ai margini: non gode dei servizi e del benessere dei grandi centri. Per vivere bisogna accettare una certa semplicità. Il clima è duro: una lunga stagione secca e una piccola stagione delle piogge. In gennaio soffia il vento freddo e polveroso dell’harmattan, un vento che viene dal deserto. Il termometro durante la stagione secca può arrivare a 42 gradi. La gente è piuttosto povera. Il deserto non è lontano e talvolta è difficile trovare della legna per cucinare il cibo. Diverse famiglie, quando si trovano nell’indigenza, bussano alla porta della parrocchia per chiedere aiuto.

La gente coltiva la terra per produrre dei cereali. La mietitura e il raccolto dipendono molto dalla pioggia che può farsi rara. La terra ha bisogno di concime, ma questo è caro e le tasche dei nostri coltivatori non possono permetterselo. I nostri parrocchiani tentano di emigrare verso il vicino Nord Benin, alla ricerca di nuove terre più fertili. Per i giovani è difficile trovare lavoro, soprattutto se portano un nome cristiano. Alcuni che si sono molto impegnati per ben terminare i loro studi, malgrado abbiano vinto il concorso, non possono lavorare. I loro posti di lavoro sono occupati da altri che non hanno nessun diritto.

La sfida della vita familiare e dell’educazione

nigeria-1In questa zona ci sono molti matrimoni. Di solito i matrimoni sono organizzati dai genitori e vengono celebrati quando i ragazzi sono ancora adolescenti. La poligamia è importante. Alcuni preferiscono restare animisti, oppure, se già sono cristiani, diventare mussulmani, per poter sposare diverse donne.

Nelle nostre comunità, diamo molta importanza alla scuola. Sensibilizziamo i genitori perché mandino a scuola i loro figli. La diocesi ha in gestione molte scuole cattoliche: elementari, medie e superiori. L’educazione forma alla vita associativa, permette di studiare e lavorare insieme e di conoscere i propri diritti e doveri. Per i genitori che non possono mandare a scuola i loro figli, durante la stagione secca, quando non ci sono lavori nei campi, organizziamo corsi intensivi per tre mesi. Sono dei corsi di inglese, di haussa, la lingua commerciale del posto. Ci sono pure corsi di puericultura, di igiene e una formazione speciale sui diritti della persona umana, con la commissione “Giustizia e Pace”. Per i cristiani e per i catecumeni ci sono delle catechesi appositamente preparate per loro.

La gioia nella missione

La missione a Kontagora è difficile, ma appassionante. Ci consideriamo come parte integrante della comunità: beviamo la loro acqua, condividiamo il loro cibo. Il loro modo di vivere è diventato nostro. Seminiamo con gioia l’amore di Cristo intorno a noi, senza fare eccezione di nessuno. Annunciamo il vangelo di Gesù con semplicità e questo riempie il nostro cuore e il loro di gioia.

P. Emile Kouakou Apparaboe, Kontagora ­ – Nigeria

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