Il 25 maggio si celebra in tutto il mondo l’Africa Day, un’intera giornata dedicata a questo grande, variegato continente, sospeso tra slanci evolutivi, sfide e sfruttamento. Questa data è stata scelta per ricordare la fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana  (diventata Unione Africana nel 2002), avvenuta il 25 maggio 1963.

Festeggiare l’Africa Day significa sottolineare come il continente africano abbia tracciato il proprio percorso evolutivo storico. Questo aspetto non è secondario, poiché ancora oggi, nel 2024, aleggia l’idea che l’Africa non sia affatto caratterizzata da una sua storia, non abbia un suo specifico passato e che la “vera” storia inizi con l’arrivo degli europei sul continente. Aleggiano ancora pregiudizi, stereotipi, razzismo, e poi ancora emerge di tanto in tanto quell’eurocentrismo la cui forma è mutata, ma i cui contenuti rimangono impregnati di “utilitarismo e di sfruttamento” verso l’Africa.

Kwame Nkrumah

Celebrare l’Africa Day significa quindi ricordare gli sforzi di tanti Stati nel concretizzare il sogno di un’Africa unita.

Un sogno fortemente voluto da quegli esponenti politici spesso definiti “padri dell’Africa”, perché grazie a loro tanti Paesi hanno potuto spezzare le catene del colonialismo, abbracciando finalmente l’indipendenza.

Tra questi “padri dell’Africa” è d’obbligo citare Kwame Nkrumah. Grazie alla sua lungimiranza, l’allora Costa d’Oro, il 6 marzo 1957 divenne indipendente col nome di Ghana, riportando così alla luce l’antica reminiscenza del primo Regno dell’Africa Occidentale, in auge tra il III e il XIII secolo. Un’indipendenza ufficializzata il 1° luglio 1960, quando il Ghana divenne una Repubblica.

Primo Presidente del Ghana indipendente, Kwame Nkrumah è stato poi una delle voci più autorevoli  del movimento panafricanista e tra i pochi dirigenti africani a credere e a desiderare ardentemente un’Africa davvero unita (approfondisci questo argomento sul nostro sito).

Fu proprio grazie a Kwame Nkrumah che il 15 aprile 1958, si tenne ad Accra, in Ghana, il Primo Congresso degli Stati Africani Indipendenti. Tra i delegati vi erano rappresentanti dell’Egitto (che all’epoca faceva parte degli Stati Arabi Uniti), dell’Etiopia, Liberia, Libia, Marocco, Sudan, Tunisia e Camerun. Al centro del Congresso un tema specifico: quello della liberazione dei popoli africani dalla dominazione e dallo sfruttamento da parte di Paesi e società straniere.

Si dovette però attendere il 25 maggio 1963, quando, ad Addis Abeba, in Etiopia, i delegati di trentadue nazioni africane fondarono  l’Organizzazione per l’Unità Africana (OUA).

Tra gli intenti, quello di sostenere la lotta di liberazione di quegli Stati ancora sottomessi al colonialismo, ovvero Angola, Mozambico, Sudafrica e Rhodesia del Sud. È in questa occasione che venne lanciata l’idea di una “Giornata mondiale dell’Africa”.

A livello storico, un’altra tappa importante per l’OUA fu nel 1999, quando 53 capi di Stato africani firmarono la Dichiarazione di Syrte, attraverso cui venne lanciato il progetto dell’Unione Africana.

Tra i suoi obiettivi: rafforzare l’unione politica e lo sviluppo socio-economico dei Paesi africani; promuovere la democrazia e i diritti umani; portare l’Africa tra i protagonisti della scena internazionale.

Dopo 40 anni dalla creazione dell’OUA, nel 2002, a Durban (Sudafrica) venne ufficialmente fondata l’Unione Africana, che riunisce 55 paesi africani.

L’Africa sta scrivendo ancora la sua storia. Una storia che si intreccia a quella del resto del mondo, poiché tutto è interrelato. Aveva proprio ragione Patrice Lumumba (padre dell’indipendenza del Congo e strenuo sostenitore dell’unità africana), quando dichiarò che: “Un giorno la storia dirà la sua… L’Africa scriverà la propria storia”.

a cura di Silvia C. Turrin