Joseph Boakai, 78 anni, con il 50,64% dei voti è il nuovo Presidente della Liberia. George Weah, presidente uscente, nonostante abbia riconosciuto la vittoria dell’avversario, ha fatto ricorso alla Commissione elettorale contro lo svolgimento delle votazioni nell’area di Nimba (nella parte orientale del Paese). L’esito del ricorso lo si saprà entro 30 giorni.

Joseph Boakai è riuscito a vincere per pochissimi voti in più, ottenendo il 50,64% contro il 49,36% dei voti di Weah. Già famosissimo come tra i migliori calciatori al mondo (nel 1995 ricevette il Pallone d’oro), George Weah è stato eletto Presidente della Liberia nel 2018.

Negli anni della sua presidenza cosa lascia? Lascia un Paese con un PIL in crescita: secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel 2023 la crescita è del 4,3%. Il costo della vita si fa sempre sentire sulla popolazione, ma dalla prospettiva macroeconomica del FMI la Liberia rimane una nazione fondamentalmente stabile.

Se invece si guarda all’Indice di sviluppo umano – dato che ingloba vari parametri, come l’aspettativa di vita, l’istruzione e il reddito nazionale lordo pro-capite –  il Paese è classificato 178° posto.

Poche ore dopo dall’ufficialità dei risultati, p. Lorenzo Snider, missionario SMA a Foya, ha affermato:

La Repubblica della Liberia ha un nuovo presidente Joseph Nyuma Boakai, matematicamente eletto secondo i dati forniti dalla Commissione Elettorale Nazionale (NEC). Dopo poche ore il Presidente uscente George Weah ha parlato alla nazione definendo il risultato delle elezioni una sconfitta per il suo partito (CDC), ma una vittoria per la democrazia del paese, invitando tutti alla riconciliazione e all’unità dopo la dura campagna elettorale.

Continuiamo a pregare per la pace in tutti i paese coinvolti in conflitti.

E, almeno quest’oggi, ringraziamo il Signore per il dono della pace in Liberia.

Pace

p. Lorenzo Snider

L’importanza della stabilità della Liberia

Un elemento fondamentale che emerge da queste elezioni è l’aspetto democratico delle istituzioni della Liberia. In questi ultimi anni, l’Africa occidentale ha conosciuto una profonda instabilità, provocata da colpi di Stato e minacce terroristiche.

La Liberia ha vissuto una terribile e lunga guerra civile, tra il 1979 e il 2003. Migliaia i morti. Su questo oscuro periodo, l’ex presidente Ellen Johnson Sirleaf (la prima donna in Africa eletta come Capo di Stato) volle istituire una Commissione per la Verità e la Riconciliazione (sulla falsariga di quella sudafricana).

Ma la Liberia è stata investita anche dallepidemia di Ebola, tra il 2014 e il 2015.

Guerra civile, Ebola e poi la pandemia hanno lasciato un segno nel Paese, ma le istituzioni democratiche reggono.

La Liberia rimane uno degli Stati più poveri al mondo. Nei prossimi sei anni, il nuovo Presidente Boakai dovrà affrontare molte questioni aperte, a cominciare dal miglioramento delle condizioni di vita dei più indigenti. Secondo la Banca Mondiale, più di un quinto della popolazione vive con meno di 2,15 dollari al giorno.

Lo ricordiamo, la Liberia è stata la prima democrazia del continente africano.

Venne fondata come colonia nel 1822 da ex schiavi afro-americani, liberati e desiderosi di ritornare alla terra degli avi. Nel 1847, divenne formalmente uno Stato libero e indipendente.

Joseph Boakai, veterano della politica

Nato il 30 novembre 1944, in un villaggio della provincia di Lofa, al confine con la Guinea, Joseph Boakai è stato Ministro dell’agricoltura dal 1983 al 1985, all’epoca in cui la Liberia era capeggiata da Samuel Doe (che raggiunse il potere con un colpo di Stato nel 1980).

In seguito, Joseph Boakai  ha ricoperto vari ruoli in ambito dirigenziale e come consulente della Banca Mondiale.

Dal 2006 al 2018, Joseph Boakai è stato vice-presidente di Ellen Johnson Sirleaf.

Si era già candidato alle elezioni presidenziali nel 2017, con il Partito dell’Unità, ma in quell’occasione vinse George Weah.

Grazie a una campagna elettorale volta a creare una maggiore coesione politica, etnica, religiosa e regionale, e grazie a una serie di alleanze strategiche, Boakai è riuscito a farsi eleggere.

I suoi avversari gli rimproverano la scelta di candidarsi, vista l’età. Vedremo se Boakai riuscirà a dimostrare il contrario, intercettando le richieste dei liberiani, una popolazione estremamente giovane, visto che circa il 60% dei cittadini ha meno di 25 anni.

a cura di Silvia C. Turrin

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