La SMA Italiana è presente in Costa d’Avorio da diversi anni e ha operato in diverse diocesi del paese. Da qualche anno la presenza SMA italiana in Costa d’Avorio si è ridotta di molto.

P. Leopoldo con i giovani della parrocchia N. S. delle Vittorie, Moncalieri

Ci potremmo chiedere il perché e pensare che sia un fatto negativo. Io penso, invece, che la nostra presenza così ridotta testimonia oggi di una Chiesa viva che in questi anni è cresciuta di molto e che cammina sempre più veloce verso una sua autonomia morale, economica, spirituale e in personale. Alle celebrazioni diocesane dove sono presenti più di duecento preti, a volte sono il più vecchietto e il solo bianco.

Attualmente, siamo presenti in Costa d’Avorio io, p. Leopoldo Molena e p. Eduardo Armandola e il DUMA.

  1. P. Edoardo Armandola, di origine argentina, è da qualche anno responsabile della missione rurale di Grand-Morié nella diocesi di Agboville. Insieme a lui lavorano un giovane prete, P. Rossini Cyriac Bamandjia e un diacono, Bruce Ketakossi, SMA. Insieme portano avanti la catechesi e la formazione dei catechisti e degli animatori dei diversi gruppi e movimenti.Da qualche anno hanno lanciato una iniziativa chiamata “In Missione” o pastorale della prossimità – vicinanza. Nei mesi di novembre e dicembre si organizzano per passare in tutte le famiglie, cristiane e non, per un momento di scambio, di conoscenza, di aiuto e di evangelizzazione. Questa iniziativa ha permesso di incontrare famiglie che pian piano si erano allontanate dalla fede, famiglie che a causa di diversi problemi umani, sociali ed etnici rimanevano a guardare senza mai coinvolgersi nella vita della comunità cristiana.Queste visite hanno permesso inoltre di riannodare alcuni legami e di rilanciare alcune iniziative di tipo sociale ed etnico con famiglie appartenenti ad altre religioni o chiese cristiane. L’incontro “ravvicinato” con i diversi nuclei familiari ha permesso di ridinamicizzare un po’ tutta la regione. Oltre a questo, ci sono altri due aspetti importanti: la pastorale famigliare e la pastorale dei funerali. Due momenti e attività che stanno dando non pochi frutti e mirano soprattutto alla formazione umana e cristiana delle coppie e allo sciogliersi di tutti quei pregiudizi culturali e etnici che spesso impediscono di lavorare e crescere insieme.
  2. P. Leopoldo Molena, è da cinque anni al “Foyer SMA P. Méraud” d’Ebimpé, situato alla periferia di Abidjan, sulla strada che porta verso Adzopé. Quest’anno la casa vive un momento straordinario di grazia: ci sono 48 seminaristi provenienti da tredici paesi diversi, più 5 formatori di 5 nazionalità diverse. Questa estate abbiamo dovuto liberare tutte quelle camere che erano utilizzate come magazzini o altre funzioni per poter accogliere tutti i seminaristi. Quindi la casa è al completo.Quest’anno (2024, N.d.R.) abbiamo iniziato l’anno con l’aiuto di P. Michel Savadogo, responsabile del Centro di Trasformazione dei Conflitti e della Riconciliazione (REST-COR). E questo è il tema che i seminaristi hanno scelto come guida per l’anno in corso: “Siamo tutti impegnati per una comunità di pace, di giustizia e di perdono”. La vita dei nostri seminaristi si svolge e ruota attorno a quattro grandi attività: scuola (mattino e a volte mattino-pomeriggio), studio, preghiera, lavoro, pastorale e sport.Dall’anno scorso abbiamo dato particolare sviluppo allo studio in gruppo e questo sembra stia dando qualche risultato positivo. La preghiera è animata dai seminaristi che sanno mettere a frutto tutte le loro capacità creative (organo, chitarra, flauto, tam-tam e altri strumenti tradizionali che rendo viva la nostra preghiera). La casa ha passato ormai i 35 anni di vita e i problemi di manutenzione si fanno sempre più urgenti. Grazie alla collaborazione e ai talenti di ciascuno cerchiamo di far fronte alle necessità che sorgono direi ad ogni istante.

    Da qualche anno portiamo avanti alcune attività che ci permettono di far fronte alle necessità culinarie della nostra comunità. Abbiamo rilanciato l’allevamento dei maiali (circa una settantina), dei conigli (più di un centinaio), dei polli (circa duecento) che ci permettono di avere carne fresca e sana (siamo una sessantina di persone a mangiare tutti i giorni). Oltre a nostri due operai, anche i seminaristi sono implicati due volte la settimana. Una particolare attenzione diamo all’esperienza pastorale nelle diverse parrocchie del Vicariato il sabato pomeriggio e la domenica mattina.

    Abbiamo scelto di dare particolare attenzione anche ad esperienze caritative di volontariato come quella con i malati nell’ospedale civile d’Anyama, i ragazzi handicappati nel Centro delle suore di Don Orione e l’animazione di un gruppo di adolescenti, chiamato Akwaba seguito dai Fratelli delle Scuole Cristiane. In comunità cerchiamo di essere attenti ai bisogni e alle necessità dei nostri operai. In diverse occasioni abbiamo accolto le loro famiglie che avevano perso la casa, abbiamo preso a carico uno dei figli di una delle nostre cuoche che manifestava qualche problema.

    Cerchiamo di essere aperti e attenti non solo allo studio ma anche alla vita delle persone e soprattutto di quelle che ci sono più vicine. Alla fine della quaresima, con i risparmi ricavati dai nostri piccoli sacrifici, i seminaristi cercano di prestare aiuto a qualche famiglia che fatica ad arrivare a fine mese. Possiamo dire di essere una squadra ben compatta, cercando di lavorare insieme e di mettere ognuno i doni che ha a disposizione di tutti. E poi la sfida più grande è la fraternità: quindici paesi, culture, etnie, lingue diverse. Ognuno alla scoperta dell’altro, quindi una comunità che deve far fronte alle differenze, ma dove la diversità diventa anche una ricchezza per tutti.

  3. DUMA: Il Duma opera nella regione di S. Pedro e si occupa particolarmente dell’ospedale specializzato nelle malattie di “Buruli” e simili. Portano avanti da diversi anni le adozioni a distanza che permette di venire in aiuto a ragazzi che hanno problemi di crescita e che non riuscirebbero mai ad andare a scuola.

P. Leopoldo Molena e p. Eduardo Armandola



Questo scritto è inserito anche nel n. 170 di SMA Notizie

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