La situazione della Repubblica democratica del Congo si sta nuovamente infiammando, in special modo nelle zone orientali del Paese, al confine con il vicino Ruanda. Un’area da decenni instabile, in quanto al centro di vari interessi politico-economici e strategici.

La città di Goma, situata nell’est della RDC, ancora una volta è in balia dei ribelli dell’M23, che hanno rivendicato il controllo del capoluogo provinciale del Nord Kivu nelle prime ore di lunedì 27 gennaio.

Ricordiamo che il movimento ribelle chiamato M23 è sostenuto dal Ruanda, che lo supporta con migliaia di suoi soldati. Non è un caso che negli ultimi anni il governo di Kinshasa accusi il Ruanda di forti ingerenze entro i confini della RDC proprio per il tramite di tale movimento.

La regione orientale della RDC è infatti il teatro in cui agiscono vari gruppi armati, che si contendono il controllo e il contrabbando delle immense ricchezze minerarie che la terra congolese racchiude in questa zona dell’est.

Un vero e proprio Eldorado. Basti sottolineare che nel Nord-Kivu è presente un’alta concentrazione di oro, coltan e stagno. Salendo verso la regione dell’Ituri si trovano altri giacimenti di oro.

Miniera di coltan nei pressi di Rubaya (Nord-Kivu)

Ricchezze oggetto di saccheggi sin dal periodo coloniale belga.

Sfruttamento coloniale e razzie denunciati dal padre dell’indipendenza del Congo, Patrice Lumumba, assassinato il 17 gennaio 1961 proprio perché voleva rendere effettivamente indipendente – anche a livello economico – il suo Paese.

Come abbiamo ricordato in vari articoli, l’instabilità della RDC deriva in gran parte dalle sue immense risorse minerarie e naturali, il cui controllo continua a essere motivo di scontri.

La città di Goma è stata più volte al centro di tensioni e combattimenti, e tra il 1996 e il 2006, la sua popolazione è stata sconvolta da massacri e crimini di guerra perpetrati da gruppi ribelli, sostenuti dai generali Nkundabatware et Mutebusi.

I rapporti dei movimenti ribelli con il vicino Ruanda sono stati sempre ambigui, ma è evidente la presenza della lunga manus del governo di Kigali nei combattimenti a Goma.

A subire ancora una volta le terribili conseguenze degli scontri è la popolazione. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, più di un terzo della popolazione della provincia del Nord Kivu è sfollata. Tanti attraversano la frontiera, per cercare una sorta di sicurezza proprio in Ruanda.

L’avanzata dei ribelli M23, per il governo congolese è una chiara “dichiarazione di guerra”. Vedremo quale strategia attuerà il presidente congolese Félix Tshisekedi e cosa sortirà la possibile riunione della Comunità degli Stati dell’Africa orientale, in presenza del presidente del Ruanda, Paul Kagame.

In tutto questo, il saccheggio delle ingenti risorse minerarie presenti nella RDC continua da parte di vari attori africani e non. Esclusa continua a essere la popolazione locale, che non trae alcun vantaggio dalle enormi ricchezze della propria terra natia.

a cura di Silvia C. Turrin