La democrazia nel mondo non attraversa un buon momento, così dicono due istituzioni che stilano un’apposita classifica .

La prima è Freedom House, che pubblica annualmente il rapporto e la classifica Freedom in the world   (Libertà nel mondo).

La seconda è l’Economist Intelligence Unit,  che pubblica il Global Democracy Index.

Entrambe le istituzioni misurano la libertà e la democrazia con una serie di indicatori, che, per il 2020, marcano un trend al ribasso.

Partiamo dal rapporto di Freedom House. I Paesi sono divisi in tre gruppi: Liberi, Parzialmente liberi e Non liberi. Mentre i Paesi del primo gruppo nel 2020 scendono a 82 (ed erano 89 nel 2005), quelli Non liberi salgono da 45 nel 2005 agli attuali 54.

Diamo un sguardo ai Paesi dell’Africa, che in generale non sfuggono alla tendenza globale, ma occupano posizioni che non fanno sfigurare il continente.

Fa meglio di tutti Capo Verde, classificata meglio della Francia e della nostra Italia: 92 punti su 100, mentre la Francia e l’Italia si fermano a 90, e gli Stati Uniti addirittura a 83.

Subito dopo vengono le Mauritius (87 punti) e il piccolo Stato di São Tomé e Príncipe, un arcipelago dell’Atlantico, al largo del Gabon, che totalizza 84 punti, come l’Argentina.

Seguono: Ghana (82) e Sudafrica (79), ben al di sopra di Israele, fermo a 76; e poi altri due, Namibia e Seychelles, entrambi con 77 punti, che staccano di 3 punti il Brasile.

Tra i primi 10 troviamo ancora Botswana a 72 punti, e Senegal e Tunisia a 71, che si lasciano indietro  l’Ungheria (69) e l’India (67).

Questi sono dunque i primi 10 Stati africani, dei quali 9 sono compresi nel primo gruppo, Liberi, e 1, il Senegal, tra i Parzialmente Liberi, messo lì a causa del costante declino delle condizioni di libertà degli ultimi anni.

In fondo alla classifica, compresi nel gruppo dei Paesi Non liberi, troviamo Stati molto popolosi: Etiopia (22), Repubblica Democratica del Congo (20) ed Egitto (18). Più in basso ancora: Ruanda (21), Ciad (17), Camerun (16), tutte democrazie bloccate, contraddistinte da presidenti che si perpetuano al potere da diversi decenni.

Al più basso gradino, ormai da molti anni, Eritrea e Sud Sudan, con 2 punti, uno in meno della Corea del Nord, e uno in più del fanalino di coda, la Siria, 1 punto.

Guardiamo ora la classifica stilata dall’Economist. Le categorie in  cui sono inseriti i vari paesi sono 4: Democrazie piene, Democrazie imperfette, Regimi ibridi, Regimi autoritari.

Un solo Paese africano riesce a stare nel primo gruppo:  le Mauritius, che sono al 20° posto assoluto e si collocano tra Costarica e Giappone.

L’Italia, insieme a Grecia, Francia e Stati Uniti, è nel secondo  gruppo, molti gradini sotto, e fa compagnia a sette Stati africani: Capo Verde, Botswana, Sudafrica, Tunisia, Namibia, Ghana e Lesotho. Completano la top ten delle migliori democrazie africane: Malawi e Madagascar, che però scivolano nel terzo gruppo, Regimi ibridi.

In conclusione segnaliamo un’osservazione fatta dall’Economist, volta a dare una spiegazione di questo arretramento delle libertà politiche e della democrazia nello scorso anno: il covid.

Vengono bacchettate certe misure troppo brutali adottate dalle forze dell’ordine, che per far rispettare il lockdown e il coprifuoco, non hanno esitato a usare la violenza. Si citano numerosi casi in Africa, dove diversi cittadini hanno perso la vita a causa della repressione della Polizia: Angola, Nigeria, Uganda.

In molti casi, sottolinea l’Economist, i governi autoritari hanno approfittato del coronavirus per imporre una stretta alle libertà democratiche e dare un duro colpo alle opposizioni politiche.

Qui sotto una tabella che mette in parallelo le due classifiche:

Freedom House Economist: Democracy Index
1. Capo Verde 1. Mauritius
2. Mauritius 2. Capo Verde
3. São Tomé e Príncipe 3. Botswana
4. Ghana 4. Sudafrica
5. Sudafrica 5. Tunisia
6. Namibia 6. Namibia
7. Seychelles 7. Ghana
8. Botswana 8. Lesotho
9. Senegal 9. Malawi
10. Tunisia 10. Madagascar

 

P. Marco Prada