Non si può non ringraziare la Tunisia, paese quasi totalmente musulmano, per l’emissione filatelica del dicembre 2019, con la quale ha voluto rendere omaggio e ricordare tre Papi africani. Lo ha fatto in modo signifiativo a Natale spiegando che l’iniziativa ha come scopo di promuovere “valori di tolleranza, apertura, e di dialogo interreligioso” che la Tunisia considera come patrimonio della sua storia.
La busta del primo giorno d’emissione portava un annullo postale speciale, realizzato, per la prima volta, in collaborazione con le Poste tunisine e le Poste Vaticane.
Questi Papi provengono dall’attuale Tunisia e Algeria, e tutti lasciarono una forte traccia nella storia della Chiesa.
Il primo dei tre, Papa Vittore, fu eletto nel 189 e rimase a capo della Chiesa per una decina di anni. È riconosciuto dagli studiosi come colui che ha favorito il passaggio dal greco al latino come lingua ufficiale della Chiesa, e come colui che ha stabilito il canone ufficiale delle Scritture, anticipando la grande opera di traduzione operata da San Girolamo con la Volgata.
Vittore è ricordato anche per aver fatto liberare, grazie alla cortigiana Marzia, molto influennte alla corte dell’Imperatore Commodo, un gruppo di prigionieri cristiani condannati “ad metalla”, ai lavori forzati, nelle miniere della Sardegna. Così la comunità cristiana poté vivere giorni pacifici e crescere.
Papa Vittore sarebbe stato martirizzato sotto il nuovo imperatore Settimio Severo. È sepolto accanto alla tomba di San Pietro.
Il secondo Papa africano si chiama Milziade, ed è stato eletto un secolo dopo Vittore, verso l’anno 310. Fu testimone di grandi avvenimenti che cambiarono definitivamente il destino dellla chiesa in occidente: la battaglia del ponte Milvio con la sconfitta di Massenzio e l’arrivo al potere di Costantino che promulgò l’editto di Milano con il quale si poneva fine alle persecuzioni contro i cristiani.
Sant Agostino ebbe parole molto elegiotive verso questo suo confratello diventato vescovo di Roma: “Vero figlio della pace…e vero padre per i cristiani”.
Il terzo Papa è Gelasio, eletto nel 492, quando imperavano a Roma i re barbari. Dopo il periodo costantinniano il nuovo Papa sentì il bisogno di stabilire una netta distinzione fra il potere imperiale e la missione spirituale della Chiesa. I cristiani erano invitati ad essere sudditi onesti e a rispettare le autorità civili. Ma l’Imperatore non doveva interferire nella gestione della domunità cristiana, e non dimenticare che doveva rendere conto a Dio delle sue azioni. Chiesa libera e Imperatore libero.
Papa Gelasio fu un Papa molto moderno. I suoi scritti sul rapporto fra fede e potere, hanno fatto scuola.
Papa Gelasio muore nel 496. Dionigi scrive di lui: “morì povero, dopo aver arricchito i poveri”.
P. Silvano Galli
Adattato da: Osservatore Romano, edizione settimanale francese, 11 febbraio 2020, p. 12