©Teun Voeten/Panos Pictures Angola. Cuito. A government held enclave in a rebel controlled territory is deluged by refugees. Land mine victims learn how to walk with their prothesis.

Riprendiamo questa bella notizia dal Mattino di Padova, scritto dalla giornalista Elena Livieri, e dal titolo: Da un remoto villaggio dell’Angola a Padova, per tornare a camminare”.

Saltato su una mina antiuomo dieci anni fa, mentre il suo paese era dilaniato dalla guerra civile e lui stesso era costretto alle armi, Laurindo Bernardo Dias dos Santos, oggi cinquantenne, da soldato che era, è diventato catechista.

Punto di riferimento per la comunità cristiana del villaggio dove vive, a oltre 80 chilometri dalla parrocchia principale. E finalmente, dopo anni di sofferenze per le continue infezioni e ulcere al moncone della gamba lacerata dall’esplosione, grazie all’intervento di chirurgia plastica a cui è stato sottoposto in Azienda ospedaliera a Padova, potrà tornare a camminare.

L’operazione è stata eseguita nei giorni scorsi dal professor Franco Bassetto che ha guidato un equipe di cinque chirurghi, due anestesisti e otto infermieri. L’intervento è stato possibile grazie all’interessamento della caposala di Dermatologia Rosanna Zannato che ogni anno presta servizio volontario, come molti altri professionisti dell’Azienda ospedaliera padovana, in Angola e in altre parti dell’Africa, appoggiandosi alla Società Missioni Africane.

Nel caso di Laurindo, è stato padre Walter Maccalli, missionario a Nambuangongo, paese a circa cento chilometri dalla capitale Luanda, il tramite grazie al quale è stato possibile organizzare il trasferimento del paziente in Italia e quindi sottoporlo al delicato intervento.

Una gara di solidarietà a cui hanno contribuito la Società Missioni Africane di Feriole, la Caritas e la Regione Veneto.

«L’operazione è stata piuttosto complessa» spiega il professor Bassetto, «poiché si era formata una grave ulcera sul moncone della gamba e si temeva che potesse aver formato un carcinoma. Fortunatamente gli esami preliminari hanno scongiurato questo pericolo. L’intervento, preceduto da un periodo di isolamento del paziente per scongiurare il rischio malaria, è durato circa 5 ore ed è riuscito perfettamente. Ora il moncone è risanato e modellato, pronto per una protesi che consenta al paziente di camminare».

Ma c’è un piccolo-grande “ma”. Il sogno di Laurindo – quello di poter tornare a camminare – rischia di interrompersi sul più bello. La Regione Veneto, infatti, si è fatta carico dei costi dell’operazione per ricostruire il moncone della sua gamba, ma non può farsi carico dell’acquisto della protesi.

«Vorremmo poter realizzare fino infondo questo sogno e far camminare Laurindo sulle sue gambe» sottolinea padre Walter, «ma ci servono 5 mila euro per la protesi. Metà della spesa possiamo coprirla noi, per l’altra metà lanciamo un appello sperando di fare breccia nei cuori di persone generose».

Chi desiderasse dare un contributo può inviare un bonifico a Provincia Italiana della Società Missioni Africane, IT23Z0617501417000001579180, causale “Protesi Laurindo”.

La notizia completa sul Mattino di Padova