Condividiamo questa Lettera dei parrocchiani a P. Nello (Lionello) Melchiori. Parole che racchiudono affetto e stima verso un nostro confratello SMA, la cui vita è vera testimonianza di fede verso i più deboli.
Caro Nello,
oggi il nostro paese si trova unito per salutare ed onorare un suo figlio da lungo tempo lontano, ma sempre presente nei ricordi di coloro che con te hanno vissuto e condiviso gli anni della fanciullezza e della gioventù, momenti di vita incancellabili, amicizie solo sospese ma fortemente rimaste dentro nell’animo e che oggi ritornano: il passato si fa attualità.
Attualità che ci riporta nella mente e nell’animo il perché di questa giornata di festa, di profonde emozioni e di intime riflessioni su una vita intera vissuta in una fede forte e in un continuo dono di se stessa al prossimo, in una vicinanza umana e spirituale verso i più deboli. La tua storia ci testimonia tutto questo. La vogliamo ripercorrere assieme in alcune sue tappe fondamentali:
– Nello nasce il 12 gennaio 1946 da Menapace Cornelia e da Melchiori Giacomo (papà Gimo), ultimo di cinque figli (due sorelle e due fratelli).
– Dopo la scuola elementare frequentata a Nanno, entra nel seminario minore di Trento per frequentare la classe V elementare preparatoria all’accesso alla scuola media del seminario diocesano.
– Dopo il biennio del Ginnasio a Trento, nel 1964 entra nella Comunità missionaria della SMA (Società delle Missioni Africane) a Genova dove frequenta il Liceo Classico.
– 1969-1970: si reca in Francia per l’anno di spiritualità alla fine del quale pronuncia la prima Promessa Solenne (Primo Giuramento) di diventare missionario nella Società delle Missioni Africane.
– 1970-1973: frequenta gli studi di teologia presso la sede della SMA di Genova.
– Il 29 aprile 1973 è ordinato sacerdote nella nostra chiesa parrocchiale di Nanno da un Vescovo missionario in Cina della Comunità Missionaria Saveriana di Parma, mons. Battaglierin.
– Il mese di settembre dello stesso anno parte per la Costa d’Avorio con una nave mercantile: viaggio di 15 giorni da Marsiglia ad Abidjan.
– 1973-1974: è missionario nella diocesi di Abengourou. Gli sono affidati 25 villaggi tra gli abitanti Agni della zona.
– 1974-1977: è missionario a Bondoukou, città del nord della stessa diocesi. È incaricato della formazione cristiana degli studenti delle scuole superiori e della preparazione dei giovani che vogliono ricevere il Battesimo. Nello stesso periodo è incaricato della visita dei villaggi vicini alla cittadina detta delle “diciotto moschee”, per sottolineare che la maggior parte degli abitanti erano di religione musulmana.
– 1977: viene richiamato in Italia per l’animazione missionaria nella comunità di Feriole (Padova). Rimarrà con questa mansione fino al 1983.
– 1983-1989: è a Genova presso la sede della SMA, responsabile della formazione dei seminaristi del Liceo e di Teologia.
– 1989-1990: frequenta la scuola di aggiornamento a Roma all’Università Urbaniana.
– 1990-2000: riparte per la Costa d’Avorio destinato alla missione di Ouangolodougou (diocesi di Katiola) nell’estremo nord della Costa d’Avorio, a 25 km dal Burkina Faso, zona di Prima Evangelizzazione e soprattutto zona di forte presenza musulmana. Si occupa in particolare dei pochi villaggi dove si trovano delle comunità cristiane e degli insediamenti di persone venute dal Burkina Faso in cerca di terre da coltivare.
– 2000: anno di aggiornamento teologico e pastorale a Parigi.
– 2001: rientra in Costa d’Avorio ad Abidjan, capitale del Paese, dove sarà nominato vice superiore regionale dei padri della SMA.
– 2007-2013: è Superiore Provinciale a Genova per i confratelli italiani della SMA.
– 2013 fino ad oggi: è impegnato presso la Comunità di Feriole (Padova) per l’animazione missionaria presso la Comunità locale.
Oltre a questi dati biografici però merita di essere riportato un particolare avvenimento per il valore, la qualità e l’intensità del ricordo: è il ricordo di quel coro di giovani ragazze di allora, nate negli anni cinquanta e dintorni.
Ecco come hanno voluto lasciare la loro testimonianza:
“Eravamo ragazze fortunate perché in paese vivevano le Suore francescane di Cristo Re di Venezia che gestivano la nostra Scuola Materna. A noi dedicavano tantissimo del loro tempo libero, ci coinvolgevano in molte attività e ci radunavano per insegnarci i canti della Santa Messa. Fu allora – noi eravamo adolescenti – che arrivò padre Nello con la sua chitarra, con il suo coinvolgente entusiasmo e la sua inesauribile generosità. Ci chiamò per insegnarci quei canti nuovi, così pieni di gioia ed inediti per le nostre chiese. Imparammo tutto quello veniva pubblicato del musicista Marcello Giombini grazie anche alla collaborazione con il coro “Giovani cuori” – guidato dall’allora giovanissimo maestro Giorgio Larcher di Taio – nel quale padre Nello ci inserì numerosissime. Diventammo così un unico, stimolante coro assieme alle ragazze di Taio. È indimenticabile il ricordo di quel “nostro” giovane sacerdote, mingherlino ma dal grandissimo sorriso, che ci prese il cuore. Ci elevò tantissimo verso l’alto con un linguaggio che dall’Antico Testamento veniva fino ai nostri giorni cantando: “Siamo come alberi piantati lungo il fiume” e “Sento la Tua mano posata sulla spalla e il Tuo passo sincrono col mio.”
Altri fatti, altri particolari della tua vita, caro Nello, potrebbero sicuramente arricchire quanto abbiamo richiamato alla memoria.
Ma il pensiero più intimo dell’animo, in questa occasione, soprattutto di chi ti ha conosciuto fin da ragazzo e poi incontrato nei tuoi ritorni in paese, nelle tue celebrazioni liturgiche, ci suggerisce di provare a cogliere il Nello più vero e più autentico. Ed allora quasi una voce interiore ci dice: parole semplici per un uomo semplice. Sì, caro Nello, la grandezza della semplicità, il valore delle cose essenziali, concrete che hanno caratterizzato la tua vita di uomo, di prete, di missionario.
Noi sentiamo che le testimonianze che ci sono arrivate o le esperienze dirette che abbiamo avuto incontrandoti o anche solo riandando i ricordi di un tempo ci parlano di questo: una semplicità di tratti, di atteggiamenti, una semplicità rivestita di una fede solida, di una instancabile donazione di sé. Sì è proprio questo il patrimonio che oggi tu regali a noi, che ci consegni e che sentiamo il dovere di custodire.
In questo mondo per tanti aspetti allo sbando, così disperso e conflittuale, così aggrappato al culto dei beni materiali, eccessivamente piegato sul lavoro, quasi svuotato nell’animo e incurante del tempo da riservare al ristoro del corpo e della mente, la tua esperienza di vita, di uomo e di missionario, ci richiama a quell’inesauribile fonte di ricchezza, quella vera e indistruttibile, che sta alla base del nostro Cristianesimo, forse un po’ indebolito ma pur rimasto dentro di noi.
Questo ci riporta alla festa del Natale, a quell’immenso e incomprensibile mistero, incomprensibile per l’attuale distratta e consumistica società di oggi: la presenza fisica nella storia dell’Umanità di quel Cristo di cui parla S. Giovanni nel suo vangelo: ”E il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare con noi, … in noi”. Ecco noi oggi ti cogliamo come il portatore di questa presenza non solo nei paesi dell’Africa, ma anche qui adesso in mezzo a noi.
Ed è in una società così distratta, individualistica e povera di valori, con una preoccupante perdita del senso di appartenenza ad una Comunità, anche ad una Comunità cristiana, che sentiamo il bisogno di una forte risonanza dentro il nostro animo di quelle verità elevate, di quel sublime di cui parlavano gli antichi scrittori, che la tua presenza oggi ci testimonia. Soprattutto la bella gioventù del nostro paese, che più di altri forse coglie questa esigenza e che tra noi è esempio di appartenenza, di coesione sociale, di generosità di volontariato, partecipa a questa festa con queste attese.
Per tutto questo, con molta semplicità ma dal profondo dell’animo, ti diciamo: GRAZIE NELLO!
I parrocchiani di Nanno