Il Burkina Faso, chiamato Alto Volta fino al 1984, è uno stato dell’Africa occidentale. La prima opera letteraria importante, pubblicata da un autore burkinabé, è Crépuscule des temps anciens (Présence Africaine, Parigi, 1962) di Nazi Boni, autore nato nel 1909 a Bwan, nella provincia di Mouhoun.

Romanziere, politico e deputato all’Assemblea nazionale francese, è autore di questo romanzo storico, molto apprezzato, che ripercorre 300 anni di vita in un villaggio africano.

E’ una cronaca in realtà, più che un romanzo, che ripercorre tre secoli di storia Bwamu, dagli inizi fino alla colonizzazione francese, l’angoscia e la tristezza di un popolo sottomesso e martirizzato.

Il romanzo, dedicato dall’autore a Leopold S. Senghor con queste parole: pioniere, militante e poeta della Négritude, ha avuto da subito un grande successo editoriale e ha consacrato Nazi Boni come il primo scrittore burkinabé.

Diversi altri autori sono stati successivamente pubblicati nel corso degli anni ‘60-’70 del 900, come Étienne Sawadogo, attento all’inserimento della letteratura orale burkinabè nel suo romanzo di punta, La défaite du Yargha (La Pensée Universelle, Langres, 1977).

In questo romanzo Sawadogo coinvolge personaggi/narratori che usano la lingua tradizionale moaaga. Inserisce nella trama racconti o favole tradizionli e prende in prestito stilemi tradizionali, come l’astuzia o la predizione.

Ha pubblicato, nel 1982, con Les nouvelles éditions africaines, Contes de Jadis : recites de Naguere. Una raccolta di leggende e racconti dalla brousse.

Altri scrittori sono Kolin Noaga o Augustin-Sondé Coulibaly, autore di De la civilisation Africaine. sauvegarde de l’artisanat africain : le cas du Burlin Faso (Ouagadougou: Coulibaly et Frères, 1991), pubblicato con la prefazione del grandissimo storico burkinabé, Joseph Ki-Zerbo.

Negli anni ’80 è emersa una nuova generazione di romanzieri tra i quali Yodi Karone, Pierre Claver Ilboudo, Patrick G. Ilboudo e Ansomwin Ignace Hien, nato a Dano, direttore editoriale e letterario di G.T.I. (Graphic Technic International) a Ouagadougou e autore di diversi racconti, tra i quali L’enfer au paradis (Edilis, 1996), il racconto di Tanga, rimasto senza lavoro e implicato, suo malgrado, in un’affare di mafia.

Anche le opere poetiche sono numerose.

Frédéric Pacéré Titinga è il fiore all’occhiello della poesia Burkinabé e mantiene alta la tradizione letteraria del suo paese.

Nato nel 1943, è stato avvocato, scrittore, poeta e griot Burkinabé, fondatore e curatore del museo Musée de Manega in Burkina Faso.

Ha studiato ad Abidjan, ha scritto più di venti libri, pubblicato 60 volumi ed è stato insignito della medaglia d’onore dell’Associazione degli scrittori francofoni (A.D.E.L.F.).

Altre sue opere includono Refrains sous le Sahel (P. J. Oswald, 1976), Une flamme dans le noir (Découverte du Burkina,2007), Saglego, la poésie du tam-tam (Ouagadougou, Fondation Pacere, 1994).

Ha vinto nel 1982 il Gran Premio letterario dell’Africa nera in Angola con La poésie des Griots (Coédition NENA/Panafrika/Silex/Nouvelles du Sud).

Gli argomenti trattati dalla poesia Burkinabé riflettono un’Africa che oscilla tra tradizione e modernità.

Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero



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