“Cerco di privilegiare le visite nelle piccole comunità dei villaggi, e dedico molto tempo all’ascolto di chi vive in una cultura del silenzio”
Se in molte diocesi africane il numero dei preti è abbondante e le vocazioni sacerdotali si moltiplicano, in altre il peso dell’azione pastorale è ancora caricato sulle spalle dei catechisti. Vorrei presentarvi il catechista della nostra parrocchia di Foya, nel nord-ovest della Liberia, Buster Bockarie Junior che, con p. Walter, la laica Alexandra e il sottoscritto, forma l’équipe parrocchiale.
Buster è nato a Mendecorma, una cittadina al confine con la Sierra Leone e la Guinea. Aveva ancora pochi mesi, e suo padre partì con la famiglia per cercare lavoro nella piantagione di caucciù della Firestone, una delle più grandi al mondo, nel sud del Paese. Tornò a Foya ormai adulto, e frequentò il corso per diventare catechista della diocesi di Gbarnga. Era il 2005, un anno dopo la fine della seconda guerra civile liberiana.
Gli chiedo come vede la sua vocazione nella chiesa, e Buster risponde: “Sento la responsabilità dell’evangelizzazione e mi piace considerarmi come ‘insegnante della fede cattolica’. In ogni mia azione mi sento inviato dalla chiesa Cattolica ad insegnare”.
Buster spiega che il suo punto di partenza è l’empatia. Non può vedere qualcuno che soffre senza mettersi nei suoi panni. Ammira molto papa Francesco, che parla di “Chiesa in uscita”. “Anch’io cerco di privilegiare le visite, le uscite nelle piccole comunità dei villaggi, dove mi piace dare molto tempo all’ascolto – mi confida Buster. L’ascolto è importante, in particolare per coloro che vivono senza speranza, che portano un fardello troppo pesante nella loro vita, persone che hanno perso tutto durante la guerra civile o durante la crisi dell’Ebola”.
A Foya molte persone vivono in una cultura di silenzio. Persone che non hanno voce e non possono parlare a causa della loro fragilità. In particolare le vedove e gli orfani sono emarginati e non hanno diritto alla parola. Sono costretti a subire tutto: furti, espropriazioni, violenze di ogni genere. Spiega Buster: “Una donna che rimane vedova è abbandonata a se stessa. Come una donna del mio villaggio divenuta vedova con dieci figli: la famiglia del defunto marito le ha strappato tutto ciò che aveva, con la scusa che non era sua proprietà, ma del marito”.
Ascoltando Buster, e vedendolo esercitare il suo ministero, mi tornano in mente le parole di papa Benedetto 16°: “I catechisti africani sono preziosi operatori pastorali nella missione di evangelizzazione. Con naturalezza, essi hanno operato una inculturazione riuscita che ha portato frutti meravigliosi. Sono i catechisti che hanno permesso che la ‘luce risplenda davanti agli uomini’ (Mt 5,16). Sono Africani che hanno evangelizzato altri Africani”.
P. Lorenzo Snider