Caro padre Gigi,

sono tante le persone, tanti cari amici, che ti portano nel cuore e ti vogliono bene. Tutti ti vorrebbero subito nuovamente a casa… per poterti abbracciare, pensarti al sicuro e in buona salute, stare in tua compagnia.

Qualcuno ha detto… che vorrebbe tanto poter accarezzare la tua barba…

Manchi a tutti… padre Gigi, a chi ha avuto la fortuna di conoscerti bene, ma manchi anche a chi – come me – ti ha conosciuto meno .

Perché esiste una “comunione di vite” che va al di là dei tempi e dei modi… E la tua vita sta coinvolgendo e interrogando oggi la vita di molte persone, vicine o lontane. Che conoscevi o anche no.

C’è un filo che ci unisce. A volte non lo vediamo, non ce ne accorgiamo, ma siamo tutti legati, gli uni agli altri. E ciò che mi capita, porta sempre un significato e una domanda a chi mi sta accanto, e viceversa. Nessuno sa che cosa tu stia vivendo.

Nessuno sa accettare un’ingiustizia… come il tuo rapimento… senza farsi domande, senza reagire emotivamente. Non sapere, non capire… a volte fa proprio impazzire e arrabbiare.

A volte si arriva solo a fare confusione, a perdersi… e a prendersela con Dio, o peggio a non riuscire più a sentirlo accanto a noi. Penso che per un uomo, la fatica più grande sia accettare il mistero… che per me in altre parole significa affidarsi: fidarsi che il Signore sta agendo, anche se non capisco e non vedo.

E mi viene in mente Maria sotto la croce davanti a Gesù crocifisso. Non avevo mai pensato, fino ad oggi, che non è Maria che si affida a Gesù, ma che è Gesù che affida lei al suo discepolo che amava.

Ci sono momenti nella vita in cui possiamo solo abbandonarci e lasciare che Lui faccia. E così oggi, padre Gigi, vogliamo credere che anche in questo momento il Signore sta agendo attraverso la tua vita di padre missionario lì dove ti trovi… con chi hai accanto… Chissà quali cose sta attuando attraverso di te e in te, e grazie a te, in ciascuno di noi.

Chiediamo al Signore di aumentare la nostra fede, di sostenere e mantenere viva la speranza, unica in grado di regalare un ”oltre”… al nostro sguardo limitato.

Dal Niger un giorno tu ci scrivevi: “La speranza è la virtù africana per eccellenza e molti sono coloro che sperano un futuro diverso”.

Non avresti mai voluto che tutte le nostre attenzioni si concentrassero solo per te. E così ti affidiamo al Signore, insieme ad ogni uomo che in questo momento è privato della sua libertà e della sua dignità.

Possa accompagnarci sempre questa frase di Dietrich Bonhoeffer che dalla sua cella ad Auschwitz scriveva: “Io credo che Dio può e vuole far nascere il bene da ogni cosa. Per questo egli ha bisogno di uomini che sappiano servirsi di ogni cosa per il fine migliore”. Ciao Padre Gigi, chiediamo al Signore di custodirti, di darti forza e tanta speranza.

Preghiamo perché ogni cuore si lasci illuminare dalla Sua Luce, per operare scelte di bene e di pace.

Sperando di rivederti presto,
fraternamente,

dott.ssa Lucia Pavan
e ogni persona che ti porta nel cuore.

Foto: poster sul portale della chiesa di Ombriano, Crema