La chiesa del Madagascar ne è orgogliosa: un suo figlio è salito agli onori dell’altare, ed è venerato come beato. Si tratta di un laico, Lucien Botovasoa, un maestro di scuola elementare nato nel 1908 nel villaggio di Vohipeno, nel sud del paese.
Era un padre di famiglia, e membro del Terz’Ordine Francescano. Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un uomo molto equilibrato. Sapeva unire le doti di vero educatore, a scuola e in famiglia, a una vita spirituale e ascetica molto intensa.
Nel 1947 in Madagascar scoppiò un’insurrezione contro i coloni francesi. I ribelli se la presero con coloro che ritenevano essere i collaboratori dei coloni.
Ed essere cristiano agli occhi dei nazionalisti era sinonimo di fiancheggiatore del colonialismo. Per questo anche Lucien fu arrestato dal capo del villaggio, e giustiziato per decapitazione il 17 aprile, nonostante i genitori dei suoi alunni avessero implorato clemenza per lui.
Lucien avrebbe potuto fuggire e nascondersi, ma non lo fece. Si consegnò liberamente ai suoi aguzzini, chiedendo che venissero risparmiati i suoi familiari e altri cristiani innocenti.
Prima di morire chiese pubblicamente alla sua famiglia di perdonare ai suoi assassini, e fece una profezia: il capo-villaggio che l’aveva condannato a morte, si sarebbe convertito più tardi al cristianesimo. E così avvenne nel 1960.
I cristiani della sua regione ebbero subito una grande venerazione per Lucien, e delle solenni processioni sono organizzate periodicamente in suo onore, per implorare la sua intercessione a favore dei malati.
Una guarigione miracolosa a lui attribuita ha permesso che il papa firmasse il decreto di beatificazione.
La sua festa liturgica è il 17 aprile.