È stata sepolta oggi, in una tomba di sabbia nel cimitero cristiano di Niamey. Ha terminato il suo transitare tra la repubblica del Benin e la repubblica del Niger.
Si trova adesso, presumibilmente, incoronata nell’unica repubblica non segnalata dalle carte geografiche o tra i Paesi membri delle Nazioni Unite.
Una repubblica senza territorio, costituzione, parlamento, governo e presidente. Una repubblica che si inventa ogni giorno che passa a seconda di chi arriva. Lei, l’ultima Regina del Sahel, ha raggiunto la sua nuova e definitiva terra da poche ore e solo possiamo immaginare la festa in suo onore che durerà almeno una settimana.
Lei, cuoca e commerciante di professione, si troverà senz’altro a suo agio e, con tutta probabilità, inviterà i suoi nuovi concittadini a gustare ciò che abitualmente vendeva a Niamey. Malgrado la sua salute malferma continuava a fare la navetta tra il Benin e Niamey, proponendo ai suoi fedeli clienti, quanto di meglio poteva offrire la cucina del suo Paese d’origine, la Nigeria.
La Regina aveva lasciato il suo paese quindici anni prima sperando di far fortuna nel vicino Benin. Passavano i giorni e, col tempo, scemava il suo desiderio di viaggiare in un Paese lontano. Non aveva figli e la sua propria famiglia era rimasta in Nigeria.
È morta all’improvviso, come spesso in questi casi, con accanto l’amico, di origine camerunese, cuoco che si definisce lui stesso ‘specializzato delle braci’. Cucina con perizia carne e soprattutto pesce di mare arrostito. L’ultima Regina e lui si erano conosciuti per caso nel Benin e non avevano interrotto i contatti.
Mettevano in comune l’ arte culinaria e un ristorante di fortuna che lui aveva saputo creare . Anche i cllienti erano condivisi e ogni suo viaggio di ritorno a Niamey era una festa perché solo lui le dava il coraggio di continuare. In effetti la sua malattia la scoraggiava e più di una volta aveva pensato di smettere tutto.
Quel giorno non si sentiva bene e lui l’aveva accompagnata al servizio di accoglienza per i migranti, non attrezzato per la sua situazione ormai disperata. Le cure sono arrivate tardi e l’ultima Regina è morta all’Ospedale Nazionale di Niamey e poi custodita per alcuni giorni nell’obitorio.
Prima di deporla nel feretro è stata rivestita di una tunica bianca, una sorta di sudario, che accarezzava l’esile corpo trasfigurato dalla malattia. Nella sala dov’è stata preparata per l’ultima volta, le inservienti hanno acceso un bracere di incenso. Il profumo e la leggera nube che si è prodotta sono stati il suo commiato.
Queen è il suo nome di battesimo ed è così che l’ultima Regina del Sahel, con l’abito bianco di sposa, ha cominciato la festa.
P. Mauro Armanino, Niamey
Foto: wikiwand.org
Altri post di p. Mauro Armanino nella nostra pagina facebook