Ogni anno, alla fine di settembre, i cristiani ortodossi dell’Etiopia celebrano il “Meskel”. Il nome, in amarico, significa “croce”. Si tratta di una delle feste religiose più antiche al mondo, molto sentita anche dai fedeli emigrati al di là delle frontiere etiopi e africane. Oltre che religiosa, la festa del Meskel è solennità nazionale. In genere, ricorre tra il 27 e il 28 settembre.
L’origine del Meskel
Questa ricorrenza commemora il ritrovamento, nel IV secolo, della Croce della crocefissione di Gesù. Una scoperta che, secondo i racconti tradizionali, sarebbe merito della regina Elena (divenuta poi Santa), madre dell’imperatore romano Costantino I. Ci sono diverse versioni della storia. Una di esse narra che Elena avrebbe ricevuto in sogno un messaggio divino, in cui veniva invitata ad accendere un falò. Il fumo che ne sarebbe scaturito l’avrebbe condotta al luogo dove era nascosta la “vera” croce. Fu così che, secondo questa narrazione, ebbe origine la festa del Meskel.
Non è un caso, che la celebrazione prenda l’avvio con un grande falò chiamato “Demera”. Processioni, musiche, fiori (in particolare le margherite gialle), incontri fra credenti e sante messe rendono questa festa un’occasione di unità e di dialogo, non solo tra i cristiani ortodossi.
E ciò si rivela ancor più urgente in un’Etiopia che è uno dei più antichi paesi cristiani al mondo. Merito dei regnanti dell’Impero di Axum, che nel IV secolo stabilirono come religione di Stato il Cristianesimo.
La tradizione cristiana in Etiopia è dunque molto antica. Lo rivelano non soltanto le cerimonie religiose, ma anche le testimonianze archeologiche e artistiche. Basti pensare al sito di Lalibela, o ai preziosi manoscritti conservati nel monastero di Gunda Gunde.
Inoltre, nella regione del Tigray vi sono una serie di chiese edificate secoli fa, ubicate su imponenti falesie. Si tratta delle chiese di Abreha e Atsbeha e di Abuna Yemata Guh, situate nell’area dell’Amba Gheralta. La loro posizione si spiega prendendo in considerazione sia motivazioni difensive, sia spirituali: i fedeli che le costruirono volevano avvicinarsi di più ai cieli, quindi a Dio.
a cura di Silvia C. Turrin
foto: flickr.com
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