P. Erik Aka, missionario SMA originario della Costa d’Avorio, da qualche anno esercita il suo ministero nella parrocchia di Foya, nella diocesi di Gbarnga, nel nord-ovest della Liberia, vicino alla frontiera con la Guinea. È una zona di produzione agricola, soprattutto di riso. Convivono pacificamente diverse etnie: Luman, Bendi, Mende, Pelé e Kissi. E anche la convivenza religiosa non crea problemi: cristiani, musulmani e animisti si rispettano e collaborano per il bene di tutti.
“Sono stato nominato a Foya il 21 dicembre 2013, ci racconta p. Eric. Era una missione del tutto nuova. Non c’erano soldi nella cassa della parrocchia, neppure per affittare una casa temporanea. Allora mi sono dovuto sistemare in una tenda. Ciò ha stimolato il dinamismo dei parrocchiani che dal 1990 desideravano avere un sacerdote residente. Con il loro contributo presto è sorta l’abitazione del prete, una solida casa di 3 camere. La nostra parrocchia che aveva 4 comunità al mio arrivo, ora ne ha 12; ma molte persone provenienti da altri villaggi hanno chiesto che si costituisca anche da loro la chiesa cattolica”.
La Liberia soffre ancora delle conseguenze dell’epidemia di Ebola, che ha precipitato l’economia in una brutta crisi non ancora finita. La produzione agricola per quasi due anni si era fermata, e la gente in campagna non aveva quasi niente da mangiare. Anche a livello sociale, ci dice p. Eric, Ebola ha incrinato un po’ la fiducia spontanea che caratterizza la nostra gente: il tuo prossimo poteva essere un potenziale diffusore del virus mortale.
“Finita l’epidemia, abbiamo ripreso le visite alle comunità cristiane dei villaggi. Il nostro messaggio era di riprendere la speranza, e di adottare in modo permanente le misure igieniche e sanitarie imparate durante la fase critica, in modo da non ricadere più nello stesso flagello”.
Ebola ha lasciato dietro di sé come eredità migliaia e migliaia di bambini orfani. È l’emergenza principale per tante zone del paese, dove l’epidemia ha mietuto più vittime, come la regione di Foya. “Siamo alla ricerca di fondi per permettere a tanti orfani di andare a scuola, confida p. Eric. Ci sono delle famiglie che hanno accettato di adottarli, ma sono famiglie povere, che a malapena riescono a mantenere i loro numerosi figli. Abbiamo messo in piedi un progetto abbastanza vasto, che ci permetta di rispondere a questo bisogno per i prossimi anni.”
La Parrocchia di p. Eric, con il sostegno della Caritas diocesana, sostiene diverse famiglie indigenti, con un aiuto in generi alimentari. Spesso sono famiglie rette da madri sole, che non sanno dove sbattere la testa. “Le aiutiamo ad organizzare un piccolo commercio, che le donne africane sanno fare bene. Con i loro guadagni riescono a prendersi cura di tutti i bambini che si trovano in casa.”
Il consiglio parrocchiale ha costituito un gruppo specifico, che ha chiamato “Ebola task force”, che si occupa proprio di tutti coloro che Ebola ha lasciato nel bisogno. I parrocchiani sono solidali, e organizzano regolarmente delle raccolte di abiti e alimenti, che poi distribuiscono alle famiglie che accolgono gli orfani.
P. Eric ha molti progetti in testa: “La priorità, che ci è sollecitata dalla popolazione, è di costruire un ambulatorio, per dare assistenza sanitaria alla nostra gente, che è costretta a fare molti km per trovare un infermiere e delle medicine. C’è un grande deficit di infrastrutture sociali nella nostra regione, e la chiesa non può rimanere insensibile. E poi vorrei allargare un po’ la residenza dei preti, per poter accogliere stabilmente dei confratelli SMA. La nostra regione ha conosciuto prima 14 lunghi anni di guerra civile, e poi è passata attraverso Ebola. Le è mancata una presenza stabile ed efficace di preti. Ora è il momento che la chiesa investa in personale”.
Nonostante le difficoltà, p. Eric è un missionario felice: “Ringrazio Dio per questa missione che mi è stata affidata a Foya. Per il vangelo ho lasciato il mio paese, la mia casa, i miei fratelli e sorelle. Ma il Signore mi ha dato un altro paese, e anche una nuova casa, e nuovi fratelli e sorelle. Con loro stiamo facendo insieme il viaggio della vita. Attraverso il nostro impegno, Dio sta facendo sentire la sua azione meravigliosa nella vita di tanta gente. Come dice il salmo: “Chi semina con lacrime, mieterà nella gioia”. Che ciascuno di noi si metta dalla parte di chi vuole avere un impatto positivo sulla vita degli altri. Le soddisfazioni non mancheranno!”
Chi vuole aiutare i progetti di p. Eric scriva al nostro indirizzo email: info@missioniafricane.it, e forniremo le indicazioni pratiche.