L’egiziana Nadia Wassef (Il Cairo, 1974), ha studiato alla University of London e alla American University del Cairo. Nel 2002, insieme alla sorella Hind e all’amica Nihal, ha aperto Diwan, la prima libreria moderna e indipendente del Cairo, scegliendone il nome in onore di uno stile di calligrafia araba e che oggi ha numerose filiali e 150 dipendenti.
Nadia Wassef prima di fare la libraria ha lavorato come ricercatrice con la Female genital mutilation task force e con il Women and memory forum. Per tre anni è comparsa nella lista di Forbes delle donne arabe più potenti in Medioriente.
Da qualche tempo ha lasciato l’Egitto e vive a Londra con le due figlie.
La libraia del Cairo (Garzanti, 2021) è il suo romanzo d’esordio e racconta la genesi e l’evoluzione della libreria attraverso la storia più recente dell’Egitto e i profondi cambiamenti degli ultimi anni. Un punto di osservazione inconsueto.
Nella prefazione al suo romanzo, scrive:
“Diwan è stata la mia lettera d’amore per l’Egitto. È stata parte, oltre che stimolo, della ricerca di me stessa, della mia Cairo, del mio paese. E questo libro è la mia lettera d’amore per Diwan. Ogni capitolo descrive una parte della libreria, della caffetteria fino alla sezione dedicata ai libri di auto-aiuto, e le persone che l’hanno frequentate: i colleghi, i clienti fissi, quelli sporadici, i ladri, gli amici e i famigliari.
La situazione editoriali degli esordi era ferma, i libri venivano stampati su carta pessima, le copertine erano fragili e spesso si strappavano.
I volumi viaggiavano legati con lo spago in scatoloni che erano precedentemente serviti per i pacchetti di sigarette . I libri servivano come propaganda, gli autori considerati come impiegati governativi”.
Obiettivo della libreria era proporsi come un punto di aggregazione, uno spazio di condivisione culturale e sociale. Difficile anche la sua gestione da parte di sole donne, in un paese marcatamente maschilista. Diwan è stato una un osservatorio privilegiato sui cambiamenti sociali del Paese. Durante la primavera araba si respirava una grande euforia, si pensava che il vento fosse cambiato e un grande senso di patriottismo aveva pervaso la popolazione.
Si vendevano libri in arabo, mai come prima. È stata una nuvola di breve durata. La situazione è cambiata ancora e le vendite sono virate verso i testi di spiritualità.
Negli anni Nadia Wassef e i suoi collaboratori non si sono mai arresi e hanno trasformato la libreria in un enorme successo, con numerose sedi e tantissimi clienti.
“Diwan aveva nove anni nel 2011, quando il Cairo esplose. Ne aveva undici nel 2013 quando Mohamed Morsi, il primo presidente democraticamente eletto dell’Egitto, fu rimosso dal potere. Ne aveva quindici quando Nihal vi fece ritorno e la rivitalizzò grazie all’aiuto di due nuove socie in affari. Mia madre aveva ragione: l’Egitto è benedetto”.
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A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca Africana Borghero
Foto: rainews.it, Dani Eid/dw.com