“Papà, ma che cos’è questo Coronavirus? Perché non posso uscire a giocare?”
Tutto è iniziato con una serie di domande simili a queste, che il figlio di cinque anni del film-maker nigeriano Niyi Akinmolayan gli posto quando il contagio ha iniziato a circolare anche in Nigeria. Il genitore, classe 1982, fondatore degli Anthill Studios di Lagos e regista di numerosi film, ha deciso che i bambini avevano diritto a una risposta appositamente pensata per loro.
È nato così un film di animazione di circa un minuto e mezzo, che è diventato molto popolare durante il lockdown, iniziato il 30 marzo scorso nel Paese africano.
Il protagonista è un ragazzino che vuole uscire a giocare a pallone ma viene fermato dalla sorella maggiore, che lo ammonisce: “Porterai a casa il virus e infetterai tutti. La mamma si ammalerà e non ci sarà più il riso jollof. Il papà si ammalerà e addio uscite per andare al cinema. Poi il governo porterà via mamma e papà”.
Akinmolayan ha reso disponibile il suo video gratuitamente per aiutare le famiglie nel dialogo con i figli su questo tema non facile da spiegare. Oltre all’inglese, sono state realizzate anche versioni nelle tre principali lingue della Nigeria: hausa, igbo e yoruba. Una bella idea, che viene da un Paese che è la punta di diamante in Africa nella produzione cinematografica.
I film di Nollywood (dall’unione di Nigeria + Hollywood) trattano spesso tematiche religiose e sociali, dall’Aids all’emancipazione delle donne. L’animazione in 3D è meno frequente, ma Anthill Studios vanta alcune produzioni.
Con i suoi quasi 200 milioni di abitanti, la Nigeria è il più popoloso Paese di tutta l’Africa. Dopo cinque settimane di lockdown, il presidente Muhammadu Bukari ha deciso di allentare le restrizioni.
Nella capitale amministrativa Abuja, nello stato di Ogun ma soprattutto nella metropoli più importante, Lagos, con oltre 21 milioni di abitanti, è ripresa l’attività commerciale. Banche e mercati hanno ricominciato ad affollarsi, e le vie erano gremite di gente. Scuole, bar, cinema e luoghi di culto rimangono ancora chiusi, ma le prime immagini del post lockdown mostrano Lagos stracolma di persone.
Maria Tatsos su Mondo e Missione
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