Noo Saro-Wiwa è nata a Port Hancourt, in Nigeria, nel 1976.
Figlia di Ken Saro-Wiwa, il poeta e attivista Ogoni – il maggior gruppo etnico della regione del Delta del Niger – ucciso per essersi schierato contro le multinazionali del petrolio che devastavano la sua regione e il suo popolo, è cresciuta in Inghilterra.
Ha frequentato il King’s College e, successivamente, la Columbia University di New York. Oggi vive a Londra.
In cerca di Transwonderland : il mio viaggio in Nigeria (66than2nd, 2015) è il suo libro d’esordio, subito riconosciuto come il Travel Book of the Year dal Sunday Times ed inserito dal Guardian tra i dieci migliori libri sull’Africa.
Quello che Noo Saro Wiwa compie attraverso il suo bellissimo libro è un viaggio a ritroso: ritorna in Nigeria partendo dall’Inghilterra, per raccontare le trasformazioni del suo paese.
Percorre al contrario il viaggio che fanno tanti migranti, ma lo fa da giornalista e scrittrice, uno status privilegiato del quale è più che consapevole e che le permette di raccontare, con la giusta distanza critica, la Nigeria, il più popolo paese dell’Africa, stracolmo di tradizioni e contraddizioni.
Non tornava in Nigeria dal 2005. Lei stessa racconta che da bambina le vacanze in Nigeria erano un incubo, “estati fatte di caldo e zanzare, senza elettricità né acqua corrente. Per lei e i suoi fratelli, abituati alla frescura del Surrey – un paradiso traboccante di Twix, cartoni animati e alberi rigogliosi – il villaggio d’origine era una sorta di gulag tropicale”.
Poi nel 1995 suo padre viene assassinato e tutto finisce. Niente più vacanze, niente più estati torride, un esilio volontario che dura molti anni, finché Noo decide di tornare per scrivere una guida sui generis.
Prima tappa Lagos: traffico, bancarelle, okada che schizzano a velocità assassina, minibus stracolmi assediati da predicatori e venditori.
E ancora l’asettica Abuja e l’arido Nord musulmano, i bronzi dell’antico Impero del Benin, le splendide statuette di Nok, i monoliti di Ikom e il parco dei divertimenti Transwonderland, con le sue giostre fatiscenti, specchio della decadenza di un paese minato dalla corruzione e dai conflitti interni.
Nel corso del viaggio Noo si infuria, si rammarica, con sguardo occidentale critica e disapprova, ma la Nigeria è pur sempre la sua terra e i nigeriani il suo popolo. È il momento di riconciliarsi con loro e con il ricordo del padre.
Viaggiatrice e attenta giornalista di costume, lavora per molti quotidiani britannici e ha contribuito a La Felicità degli uomini semplici (66th and 2nd, 2016), un’antologia sul calcio a cura dello scrittore congolese Alain Mabanckou.
Nel 2022, Noo ha curato per la BBC Silence would be treason, un documentario dedicato al padre, leggendo le sue ultime lettere spedite dal carcere.
Foto: civitella.org
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A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca Africana Borghero