L’OMS ne ha tracciato una lista: sono 20 le patologie tropicali neglette, compreso il veleno dei serpenti: 1,7 miliardi di persone colpite, centinaia di migliaia di vittime. Eppure si possono curare.
Dimenticate perché? Perché riguardano soprattutto persone povere nel Sud del mondo, e non rappresentano un buon mercato per gli investimenti in ricerca e sviluppo di farmaci.
Qualche nome: Kala Azar (leishmaniosi viscerale), Chagas, Noma. E poi i morsi di serpenti velenosi: ogni anno il loro veleno uccide più di 100.000 persone nel mondo, più di qualsiasi altra malattia tropicale negletta.
Parliamo di Kala Azar, o “febbre nera” in hindi, e nel linguaggio medico “leishmaniosi viscerale”. È quasi del tutto debellata in Asia meridionale mentre in Africa orientale non è nemmeno lontanamente sotto controllo. Ogni anno si registrano un milione di nuovi casi. Si può contrarre a causa della puntura di alcuni moscerini tropicali, detti pappataci, ed è endemica in 76 Paesi. A detenere i diritti dell’unico farmaco per bocca attualmente disponibile, la miltefosina (nome commerciale Impavido) è una piccola azienda americana, la Knight Therapeutics, che però lo vende solo all’ingrosso. Con la conseguenza che risulta troppo costoso per certi paesi, e i Paesi che lo comprano poi ne sprecano un gran numero di dosi inutilizzate. inevita
Un altro esempio: Noma, in greco “ulcera”. colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni nei Paesi poveri e denutriti. Comincia con quella che sembra una banale gengivite e in pochi giorni distrugge ossa e tessuti della bocca. Nel giro di due settimane, se non curata, Noma porta alla morte nel 90% dei casi. Eppure gli antibiotici, nello stesso lasso di tempo, possono guarirla. Ma il più delle volte non sono disponibili, o troppo lontana la farmacia per andare a comprarli.
Da un rapporto di Medici Senza Frontiere, ripreso dal Corriere della Sera
Foto: MSF, Sami Siva