A Nicodemo, che si credeva vecchio e saggio, Gesù insegna che bisogna sempre tornare bambini e nascere di nuovo. A me è capitato tante volte di ricominciare. Lasciando una missione per un’altra, un incarico per un altro, una lingua per un’altra, dalla Costa d’Avorio alla Nigeria all’Angola.
Ho ricominciato a vivere dopo l’infarto dodici anni fa e dopo il virus Guillain Barré che mi ha paralizzato due anni fa. E l’anno scorso son tornato in Angola partendo da zero.
Mi è costato un po’ dover lasciare Santa Isabel, la Parrocchia che avevo contribuito a fondare nella periferia di Luanda, e trovarmi quasi disoccupato nella nuova Casa di Formazione della SMA, a 40 km dalla capitale.
A inizio febbraio è arrivato un piccolo gruppo di aspiranti alla vita missionaria e con il mio confratello p. Ceferino Cainelli mi occupo della loro formazione dedicando due mattinate alla settimana e qualche ora la sera per corsi vari, e vivendo per quanto possibile i ritmi di questa comunità seminario.
Già prima avevo cominciato a visitare alcune comunità cristiane dei dintorni, e dal 25 febbraio il Vescovo ha chiesto alla SMA di creare nella zona una nuova parrocchia, nominandomi responsabile del Centro Pastorale “Sacra Famiglia”. Una parrocchia vera e propria non si poteva fare perché mancava persino il terreno dove costruirla; le sei cappelle che entravano a farne parte erano di lamiere o di frasche e soprattutto mancavano catechisti e laici qualificati per costituire una vera vita di comunità.
E così si ricomincia. La SMA ha messo a disposizione la casa-seminario per celebrazioni e incontri. La nostra messa “parrocchiale” della Domenica è celebrata nel cortile di casa. All’aperto, Pasqua scorsa, sono stati pure battezzati una quarantina di giovani e adulti, che poi insieme ad alcuni altri han ricevuto la Prima Comunione.
Una seconda messa domenicale e le Messe di settimana sono celebrate nelle comunità (villaggi o quartieri) sparsi nel raggio di una decina di km: S. Tiago, S. Domingos, S. Lucas, Santa Maria Mãe de Deus, Nossa Senhora da Assunção e S. Arnaldo Janssen.
Anche se in questi luoghi già si faceva catechesi, la grande priorità è stata la formazione dei catechisti. Quasi nessun laico della nostra erigenda parrocchia ha ricevuto una formazione specifica al riguardo. Siccome la minestra si fa con gli ingredienti a disposizione, abbiamo dovuto, in barba alle disposizioni diocesane, chiamare ed accogliere anche chi non aveva le caratteristiche di livello di studio, di vita sacramentale, di età, richieste normalmente per tale servizio.
Durante l’anno li abbiamo riuniti tutti insieme per una formazione intensiva di quattro settimane, imparando i rudimenti della fede, e della metodologia per comunicarla.
Ci siamo riuniti con tutte le persone di buona volontà formando un Consiglio Pastorale provvisorio, e pian piano abbiamo cercato di strutturare la Caritas, per l’animazione della carità e l’attenzione ai più poveri, la catechesi, la liturgia con chierichetti, lettori e gruppi corali, la promozione della donna, la formazione per la giustizia e la pace, la commissione economica, il gruppo famiglie (“regolari” e “irregolari”), la pastorale dei malati, delle famiglie, dei giovani e dei ragazzi. Detto così sembra che tutto funzioni alla perfezione, invece stiamo solo maldestramente muovendo i primi passi.
All’interno delle 6 grandi comunità ne esistono altre piccole, dove la gente in gruppi di famiglie si riunisce ogni giorno per pregare, condividere la parola e affrontare insieme alcuni problemi della vita; sono ancora pochissime, ma speriamo aumentino! Anche come parrocchia poi abbiamo un piccolo gruppo vocazionale, con ragazzi, ragazze e giovani che stanno riflettendo su una possibile chiamata del Signore.
Non mancano le preoccupazioni materiali. Per ora viviamo grazie all’aiuto che viene dai benefattori, ma stiamo cercando di raggiungere l’autonomia finanziaria almeno per la vita ordinaria. Abbiamo adocchiato un terreno per la nuova parrocchia e speriamo di riuscire a pagarlo e a organizzarlo. Una cappella è già costruita e per Natale dovrebbe essere coperta.
Arriverà una comunità di suore, che vorrebbero costruire una scuola materna, e la gente continua a chiedere che costruiamo delle scuole cattoliche elementari, perché non ne esiste nessuna statale. La gente partecipa come può offrendo lavoro materiale e contribuendo con offerte in busta.
Il nuovo Centro Pastorale offre anche la possibilità agli aspiranti e seminaristi della nostra Casa di formazione di dedicarsi ad alcune esperienze di servizio (catechesi, accompagnamento dei chierichetti e dei giovani) che aiuta loro stessi e chi li accoglie.
Il nome della parrocchia, Sacra Famiglia, trae origine dalla devozione che il Fondatore della SMA, Mons. De Brésillac, aveva per la famiglia di Nazaret, soprattutto considerando la fuga in Egitto, che fu il primo viaggio missionario di Gesù in Africa. Noi vorremmo che questo nome aiutasse anche noi a crescere come famiglia, amando e servendo Dio nelle piccole cose di ogni giorno e vivendo un vero spirito di fraternità tra di noi.
Ci aiutino Maria, Giuseppe e tutti voi, e Gesù sia sempre il centro e il fondamento della nostra Famiglia!
P. Angelo Besenzoni, Musseque-Kikoka, Angola