P. Davide Camorani ha raggiunto da poco Monassao, nell’ovest del Centrafrica, dove vivono i pigemi Bayaka. Ci racconta le sue prime impressioni su questo popolo, nomade e poco attirato dalla modernità. E la sua opera per la salute e l’istruzione. Ci ha scritto questa lettera.
Cari amiche e amici,
da circa due mesi mi trovo a Monassao, villaggio del sud della Repubblica Centrafricana, in territorio abitato dai Bayaka, comunemente noti come Pigmei. Se dovessi esprimere con poche parole le mie prime impressioni direi: povertà, disorganizzazione e musica.
La povertà qui è evidente, non solo a livello economico, ma anche umano, come mancanza di istruzione, isolamento dalla “modernità”, una mentalità nata da millenni di nomadismo e di economia di sopravvivenza che rende questo popolo inadeguato a vivere in società organizzate. L’abitudine, perpetrata per secoli, di vivere alla giornata rende loro difficile guardare lontano, programmare, risparmiare, progettare.
Da qui anche la loro disorganizzazione, la difficoltà a portare a termine un progetto. Il lavoro dei missionari qui non è solo la pastorale strettamente intesa (catechesi, liturgia) ma anche quello di aiutarli a mettersi in piedi, ad investire sul futuro. In primo luogo si punta sulla scuola, cercando di incentivare le famiglie offrendo un pasto a tutti i bambini, alla fine della lezione.
In secondo luogo, la promozione della salute, non solo offrendo le cure di base al dispensario della missione, ma anche cercando di trasmettere la buona abitudine di vegliare sulla propria salute, di rivolgersi al dispensario prima che la malattia sia troppo grave, di seguire con costanza il trattamento prescritto, il piano vaccinale, ecc.
Il dispensario di Monassao è un’opera importante, che offre un servizio serio e qualificato, dati gli standard del paese. La gestione di questo dispensario è il mio primo impegno, soprattutto dal punto di vista organizzativo, dalla gestione del personale all’approvvigionamento dei farmaci. È un lavoro che amo e che occupa buona parte delle mie giornate.
I Bayaka sono un popolo festoso e molto dotato per la musica; amano cantare e lo fanno piuttosto bene. Il villaggio dove ho celebrato la messa la notte di Natale è sperduto nella foresta e la chiesa è una capannina di canne ma la comunità è vivace.
La celebrazione era ben curata e i canti belli e ben preparati. Finita la messa, ci siamo raccolti tutti attorno al fuoco per festeggiare con canti e danze. È nei miei programmi seguire la corale per offrire qualche spunto per crescere di qualità. Qui sono nel mio ambiente!
La missione tra i pigmei è bella e piena di stimoli; c’è tanto da fare, e loro sono un popolo simpatico e accogliente; a volte è un po’ come avere davanti dei bambini ma, in fondo, non sono forse loro i primi ad entrare nel Regno dei Cieli?
P. Davide Camorani, Monassao, Centrafrica