P. Lorenzo ci scrive da Foya, nord-ovest della Liberia. Cosa si aspettano i liberiani da questo nuovo anno? I politici si aspettano di vincere le prossime elezioni, ma i poveri di Foya attendono condizioni di vita migliori. E i bambini senza scuola hanno la speranza di averne presto una.

Il 2022 è appena iniziato, ma gli occhi dei liberiani sono già puntati sul 2023. Questo 2022 in Liberia sarà una grande campagna elettorale in cui il presidente George Weah si giocherà tutte le carte per la riconfermarsi per il secondo mandato alla guida del paese della libertà.

Proprio nel nostro distretto di Foya, ai confini con la Sierra Leone e la Guinea si giocherà una delle partite più importanti: il sostengo dei Kissi, etnia del primo contendente e già vicepresidente per 11 anni di Ellen Sirelaf Johnson – Joseph Buakay e anche dei più influenti consiglieri di George Weah, (tra cui il deputato Thomas Fallah ed il senatore Joseph Saah).

E qui, come in tutto il paese, la campagna è già iniziata lo scorso anno, dopo le elezioni di metà mandato, tra regali ai capi tradizionali, donazioni alle chiese, promesse di strade migliori, lampioni fotovoltaici piantati in tutte le cittadine e un grande movimento di mezzi e di denaro.

Le strade polverose di questa stagione, abituate alle motociclette-taxi, agli sgangherati pickup che trasportano le merci del mercato e qualche macchina delle Ong, sono per qualche giorno prese in ostaggio dai cortei di senatori e deputati. E proprio al mercato si parla soprattutto di loro, delle loro promesse e del loro potere e di quanto potranno fare veramente.

Intanto il mio amico Tamba L., 11 anni è passato per chiedere tre bicchieri di riso per lui e la sorella per mangiare qualcosa domani. La nonna, che di solito si occupa di loro, è in una chiesa a pregare e digiunare per guarire dai suoi mali di stagione.

Noi continuiamo in questo contesto a lavorare nella discrezione, con la gente e per la gente. Le nostre comunità stanno crescendo un poco alla volta, in numero e dedizione, grazie all’impegno di catechisti e di “cristiani semplici”.

Sempre più bambini e ragazzi si interessano e raggiungono i nostri CCO, la Catholic Children Organization, cioè l’organizzazione dei ragazzi cattolici, l’ACR della Liberia.

Il progetto scuola va avanti. Qualche giorno fa abbiamo finalmente inaugurato la scuola di Ngesso Pio Kongor; a Foya, grazie a tanti benefattori (tra cui SMA Solidale, Caritas Antoniana, la parrocchia di Madignano e il CMD di Como) stiamo continuando i lavori per la costruzione della scuola materna e della scuola superiore.

Dovremmo finire entro l’inizio della stagione delle piogge, ma già da quest’anno abbiamo aperto la prima superiore (7th grade). I nostri maestri di Vahun ricevono un salario un po’ più dignitoso e pensiamo di aggiungere una o due classi per contenere tutti i bambini della scuola Santa Monica.

Qui a Foya nessuno dei giovani è riuscito a passare con punteggio pieno l’esame di maturità (Wassce – West African Senior School Certificate Examination, comune a tutti i cinque paesi anglofoni dell’Africa Occidentale – Liberia, Sierra Leone, Gambia, Ghana e Nigeria).

In pochi hanno superato 4 materie su 7, alcuni 3 – livello minimo per poter iniziare un percorso universitario – e più della metà nessuna. I più fortunati potranno riprovare agli esami di “riparazione” per recuperare qualche materia … a pagamento.

I commenti a livello nazionale sono invece positivi, se si pensa al risultato disastroso della prima edizione dell’esame nel paese tre anni fa! Si avanza … lentamente!

Avanza anche Fallah Molou, 14 anni, che si avvicina con orgoglio con i risultati del primo periodo scolastico: è secondo della sua classe, la quarta elementare. Da grande vuole fare il missionario e deve lavorare sodo!

Gli porto un bicchiere di acqua fresca per ringraziarlo per il buon lavoro, lui dice che ne vorrebbe un altro da portare alla madre (qui i frigoriferi sono per pochi), il padre lo guarda dal cielo.

P. Lorenzo Snider
Missione di Foya, Liberia

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