Vi proponiamo una video-intervista a due nostri confratelli. Il primo è p. Luigino Frattin. Dopo sei anni di servizio alla SMA italiana come Provinciale si preparava per ritornare in missione, in Angola. Aveva già preparato il suo dossier per ottenere il visto di lungo soggiorno, abbastanza complicato per quel Paese dell’Africa australe.

Poi si è mezzo di mezzo il Sars-Cov-2, cioè il famoso coronavirus. L’Angola in marzo ha chiuso il suo aeroporto internazionale ai voli provenienti dall’Europa, e non lo ha ancora riaperto. p. Luigino, come ci racconta nel video, vive una “missione di desiderio e di attesa”.

Altra è la situazione di p. Filippo Drogo. La pandemia l’ha sorpreso in Benin, nella casa di spiritualità SMA di Calavi (periferia della grande città di Cotonou, sud del Paese), dove tutti i seminaristi SMA passano un anno di formazione spirituale, tra il ciclo di studi di filosofia e quello di teologia, prima di partire per il tirocinio pastorale in una missione in Africa.

Quest’anno i seminaristi erano una trentina e la vita della casa è stato rivoluzionata dal covid-19. Anche il governo del Benin, come quasi tutti i Paesi africani, spaventato da quanto avveniva in Europa, ha imposto ai suoi cittadini un severo lockdown, soprattutto nelle grandi città del sud.

Confinamento stretto per tutti, impegni esterni interrotti, casa chiusa ai gruppi parrocchiali e ai movimenti ecclesiali che vi passavano le loro giornate di ritiro e formazione, difficoltà a fare le spese di tutti i giorni…

Alla fine, in un modo o nell’altro, si è arrivati alla fine dell’anno, e chi ha potuto ha preso un aereo per andare a fare un po’ di vacanza nel suo Paese di origine. Così ha fattop. Filippo,rientrato ai primi di luglio: nell’intervista racconta la sua vita quotidiana di missionario a Calavi.

I due video sono stati realizzati da p. Dario, con la collaborazione di Antonio Guadalupi.