Scrivo al termine di un fine settimana particolare, all’insegna della pastorale familiare. Ieri un matrimonio nella comunità del Terreiro, oggi la fine del cammino di preparazione al matrimonio.
Matrimonio comunitario quello di ieri, cioè un matrimonio celebrato con la comunità cristiana. All’inizio erano parecchie le coppie che avevano manifestato l’intenzione di farlo, poi praticamente ne sono restate due. Una ha dovuto spostare la data, perché non aveva tutti i documenti e poi anche per un incidente in moto della moglie. Quello che abbiamo celebrato è stato solo un matrimonio religioso.
Qui c’è un concordato tra lo stato e la chiesa che fa sì che il matrimonio venga celebrato in chiesa, previa autorizzazione dello Stato, che poi riconosce gli effetti civili al matrimonio sacramentale. Questa coppia ha dovuto fare i due matrimoni separati, perché lei era stata battezzata nel 1998 con il nome di Alice Mamanela che si è tramutata, quando han fatto la carta di identità in Alice Chicupa Muehombo nata nel 2000. Se c’è qualcuno che vuole diventare giovane qui è possibile!
È stata una bella festa. La comunità ha aiutato nelle spese e tutti hanno potuto mangiare qualcosa insieme. Ci sono stati due momenti particolari: quello del ringraziamento dove i due sposi guidavano le danze e i saluti alla fine della messa dove tutti… sono passati a salutar gli sposi.
Durante un incontro per la preparazione della documentazione, Augusto, lo sposo, mi ha parlato po’ del suo lavoro. Lavora in una fabbrica siderurgica a Dande, dove sta sorgendo il nuovo porto. Fa i turni, quattro giorni di lavoro e due di riposo. Mi sembra di aver capito che fanno turni di 8 ore di lavoro inframezzati da turni di 8 ore di riposo per quattro giorni, poi riposo per due giorni. Quando lavora resta a Dande. Paga 45000 kwanza, sui 60000 con un po’ di straordinari o integrazioni (un euro ora vale 920 kwanza).
Per dare una idea del costo della vita: il suo trasporto è di 400 kz (sono una decina di chilometri: li faceva in moto ma il motore non funziona: ripararlo costa 25000 kz: gli ho fatto un prestito(?) senza interessi…). Un sacco di riso da 25 chili costa dai 20000 ai 24000 kz, 5 litri di olio costano 8000 kz…  E poi “noi” diciamo che è difficile arrivare a fine mese… Marito, moglie, due figli piccoli, bah un vero miracolo riuscire a vivere. E poi in quaresima gli proponiamo il digiuno della carne…
Un giorno che facevo colazione avevo davanti il pacchetto dei tovaglioli di carta. Osservando, c’era scritto “prodotto in Angola, tecnologia e qualità UE”.
Nota interessante. Prima di tutto non hanno messo Cina perché manca il rapporto qualità/prezzo accessibile. Ma il riferimento a UE la dice tutta su come si vedono le cose.
Poi continuando nelle icone c’è quella che prevede la raccolta dei rifiuti. E qui, quando leggo sui giornali via internet della questione climatica della qualità dell’aria e via di queste cose… piango come quando c’è il fumo di un mucchio di immondizia che sta bruciando. E ora con la stagione secca succede spesso.
L’immondizia si ammucchia (sulla strada per raggiungere la casa SMA ci sono anche dei contenitori) ma non sai quando sono svuotati. Ora li svuotano più spesso… con le fiamme. Che cosa brucia? Di tutto! Appunto, quando sento le grandi tematiche penso sempre che sono giuste, ma sempre pensate dal nostro punto di vista. Dove non ci sono acquedotti, dove non ci sono fogne, dove curarsi è una impresa, e potrei elencare molte altre cose, come è possibile riuscire a comprendere anche tutta questa tematica della “casa comune”, per usare il linguaggio di papa Francesco, quando quel comune è molto “particolare”.
Due fatterelli per chiudere. Abbiamo comprato le sementi per i gruppi di lavoro della comunità e dei giovani. Una delle frasi più classiche che si sentono è: «Non abbiamo i soldi». Così ho proposto ai giovani e ai vari movimenti presenti nella comunità del Terreiro di organizzarsi, trovare un campo, e io pago le sementi e loro ci mettono le sementi. Ve ne avevo accennato ora si sta concretizzando con la partecipazione italiana.
Da ultimo: quando ritorno a casa dalla parrocchia, porto gli scarti (non avanzi) del cibo (buccia di papaia, di banane e cose simili) ai quattro maiali che qui in casa SMA si stanno allevando. Poi quando ritorno nella mia camera, dico al “Padre” che il figliol prodigo ritorna!
Buon tutto e grazie nel condividere con me questo mio cammino
P. Martino Bonazzetti