P. Martino Bonazzetti ci racconta i vari impegni presso la parrocchia della Sacra Famiglia di Desvio da Barra do Dande (Bengo), in Angola. È tempo anche lì di pensare all’inizio della scuola. Tante famiglie nonostante le spese e le poche entrate cercano di offrire un’istruzione ai figli. Tante le iniziative in parrocchia per il doposcuola, l’alfabetizzazione degli adulti e dei ragazzi che non sono più in età scolare. Il lavoro non manca di certo!
Mezzogiorno, messa a Santa Teresa… dopo molto tempo il sole scaldava. Sta volgendo al termine la stagione secca con il vento fresco (qui le persone sentono talmente freddo che indossano calze, berrette e giacche a vento) e ci stiamo avvicinando alla stagione delle piogge, periodo in cui le temperature si alzeranno e anche l’umidità.
Abbiamo completato le vacanze con i ragazzi (ce n’erano una novantina) e in quelle giornate sono rimasto sorpreso nel constatare la difficoltà a leggere anche di chi frequenta la scuola. Oggi ho scoperto una cosa che mi ha aiutato a comprendere il perché.
Ritornavo da santa Teresa dove abbiamo celebrato la messa. La gioia della comunità era però compromessa dalla morte della figlia del catechista, Luzia di un anno. Il catechista ci raccontava che hanno portato la bambina al dispensario delle suore e poi all’ospedale a 15 chilometri, ma in tutte e due i posti non sono riusciti a trovare la vena per mettere una flebo. Questo è quello che ho capito. Mi fa sempre pensare cosa sia la sanità qui.
Inoltre, a messa non c’erano molte persone. La mia carriera di armatore comincia con un guasto: si è rotto il lungo bastone che serve per spingere la canoa. Stavano procurandolo perché la canoa è pesante e serve un lungo bastone di un legno resistente. Per cui le persone che ancora vivono dall’altra parte del fiume non hanno potuto attraversarlo. Qualcuno ha parlato anche di una struttura tipo una piccola chiatta, più facile da manovrare…
Di ritorno da questa giornata mi sono fermato al Terreiro incontrando Lyria, una mamma di cinque figli, tre dei quali vanno a scuola. Si parlava di spese scolastiche e mi ha sorpreso dicendomi che la bambina che frequenta una scuola privata (perché mi dice migliore della scuola statale) deve comprare i quaderni e le biro. Le chiedo quanti quaderni usa in un anno e mi risponde 10. Meravigliato glielo chiedo ancora un’altra volta e lei mi conferma: 10 quaderni la bambina in nona classe, 5 per il bambino in quinta classe e poi 3 per il fratellino in seconda classe.
Io spero di aver capito male, ma lei mi ha confermato più volte la cosa e pensandoci penso agli zainetti dei bambini che vengono a scuola nella parrocchia: zainetti che non causano sicuramente mal di spalle da quanto sono vuoti. Certo che se usano in un anno di scuola 10 quaderni, non hanno molto da scrivere e leggere, e questo da una spiegazione a quello che ho visto.
Poi, sempre Lyria mi spiega che dovendo pagare la retta scolastica pensa di andare a lavorare come donna di servizio in una casa. Mi parla di 25.000 kwanza al mese (ora l’euro vale 1000 kwanza, quando sono arrivato era a 880), ma di questi 10.000 se ne andranno per il trasporto. L’aiuto a fare qualche calcolo per permetterle di capire che con il suo campo guadagna di più, lavorando di meno. Ma mi fa osservare una cosa che già conoscevo perché era la stessa in Costa d’Avorio: il salario mensile l’aiuta ad avere quanto le serve perché scaglionato nel tempo, la vendita dei prodotti è concentrata in poco tempo, non aiuta a mettere da parte il necessario.
Negli spazi che abbiamo ultimato inizieremo alcune formazioni. Già parliamo di doposcuola, alfabetizzazione degli adulti e dei ragazzi che non sono più in età scolare e non sanno leggere e scrivere, poi corsi di cucina e altro… magari ci sta anche la gestione della casa.
Per il resto si continua nelle visite alle comunità; avremo la visita pastorale con le cresime, e… spazio allo Spirito che ci illumini…
Una bella notizia: le donne che hanno concluso il primo anno di alfabetizzazione mi girano intorno con una certa frequenza chiedendomi se iniziamo con l’inizio della scuola… bel segno.
P. Martino Bonazzetti